STEMMARIO VALSABBINO. BARGHE (BS)
nota: si richiede implicitamente a chi sa, attribuzione certa degli stemmi di cui qui si tratta. Altra richiesta implicita sono le correzioni eventuali del blasone delle stesse, richiesta che diviene esplicita per quanto riguarda lo stemma n. 3
1) Di...alla torre di... accostata dalle lettere maiuscole P e T.
Il Piovanelli (stemmi e notizie, cit.) lo attribuisce ai TORRI di Salò. Il Della Corte (Armerista, cit.) non include questa famiglia nel suo stemmario benacense, nè in quello valsabbino. Tra le tante torri del suo "Armerista" la più somigliante è quella dei Pellegrini della Torre, ma è famiglia camuna e senza riscontri è inutile alimentare casi che potrebbero essere di semplice "omonimia" araldica (tra l'altro con le torri di mezzo, se ne potrebbero contare a centinaia).
2) Di... a tre spighe di segala di...alternate da quattro più piccole di..., nodrite da un ristretto di... sostenuto da un monte all'italiana di tre pezzi di... [oppure (le spighe) "sostenute da un ponte a tre arcate di..."].
Stemma attribuito ai SEGALA dal Piovanelli, che li vuole originari di Lonato e dei quali riporta due stemmi (uno in Salò, l'altro in Desenzano) simili tra loro ma diversi da questo ( quattro spighe di segala legate). Il Della Corte dà effettivamente stemma simile nello stemmario benacense (Armerista) con differenze: c'è un terrazzo di verde non sostenuto da monti o ponti e ci sono cinque stelle poste in cinta ad accompagnare in punta le spighe).
3) Di... al guerriero armato di tutto punto di... con il braccio destro alzato, piegato e impugnante una (?) posta in sbarra, e il sinistro reclinato sul fianco; attraversante una spada di.. inguainata e pendente in sbarra da una scarsella (?) a scaglie, di… ; e sostenuto da un (?) di...
Il solito Piovanelli attribuisce questo stemma alla celebre famiglia dei GLISENTI. Il Della Corte ne dà due stemmi completamente diversi (se non, in uno dei due, per un richiamo ad un guerriero che comunque è diverso dal “nostro”). Tale famiglia, sempre secondo il Della Corte, tra l’altro, ebbe case in Vestone, Lavenone, Storo, Salò, Brescia e Venezia. Non cita Barghe, che il Piovanelli vuole come frazione di Vestone, ma questo non è assolutamente vero: A quanto mi risulta Barghe semmai è stata frazione di Sabbio Chiese tra gli anni venti e cinquanta del ‘900, ma prima e dopo fu Comune a sé stante. Ad ogni buon conto, in attesa di chiarimenti, tra i tanti Glisenti ricordiamo un Antonio, medico nel ‘500 dei Conti di Lodrone, e quel Fabio che nel ‘600 fondò i conventi di Vestone. G. Battista nel 1796-97 fu tra i capi dei valsabbini, che si schierarono per San Marco.


4) Troncato centrato, semipartito; nel primo d’argento ad un destrocherio di carnagione, vestito di (rosso?/oro?) e impugnante una spada d’argento, posta in palo (banda?) e accostata da due gigli di rosso (oro?); nel secondo d’oro e nel terzo di nero.
Il Piovanelli attribuisce l’arma ai Guerra e parla di un tripartito di rosso alla piramide d’argento sormontata da un destrocherio impugnante una spada. Non accenna ai gigli, e inoltre a me sfugge cosa voglia dire “tripartito di rosso”, senza contare che io non colgo la piramide d’argento . Di questo “cognome” il Della Corte riporta due stemmi: il primo è relativo al ramo inurbato, discendente dalla Valsabbia ma risultante nel “Catalogo delle Famiglie del Conseglio della Città Illustrissima di Brescia secondo la sua riforma dell’anno 1692” (di rosso al destrocherio di carnagione, impugnante una daga posta in palo, d’argento, guarnita d’oro e accompagnato in punta da un monte all’italiana di tre pezzi d’argento. Il secondo è riferito proprio ai Guerra di Vobarno, Teglie e Barghe: di rosso al destrocherio vestito di verde ed impugnante una daga (pugnale?), accompagnato in punta da una piramide d’argento.
Tuttavia (e chiedo qui ancor più lumi di quanti non ne abbia chiesti in precedenza) se interpreto correttamente la scritta sull’affresco, mi pare che chi “hoc opus f.f.i.” sia stato un “perrus (petrus?) guris (?)”. Se mi (ci) venisse confermato che questo stemma sia di un Guerra, si potrebbe azzardare che tra i vari rami ci fosse una sorta di brisura (cioè di “spezzatura”, cioè ancora di “modifica”) dell’arma, mutando l’elemento posto in punta, da monte all’italiana a piramide e a secondo e terzo elemento di un troncato semipartito? Io ritengo piuttosto si possa trattare di errata interpretazione dello stesso elemento (propendo per il monte!) nel passaggio da una zona all’altra o tutte le volte che lo stemma veniva riportato su stemmari vari. Ovviamente, chi sia a conoscenza di altri esemplari potrà essere più preciso in merito e sanare questi dubbi.
Se
confermata l’attribuzione ai Guerra, l’affresco è contemporaneo all’epoca in
cui, secondo il Della Corte, tale famiglia diede i natali a generazioni di “potenti
e bellicosi signorotti, tra cui un certo Carlo, ucciso per vendetta dal popolo”.
e
Rimane qui da far notare come nello stemma a sinistra dell’affresco (gli “scudi” sono posti sopra le colonne ai lati del medesimo) il destrocherio divenga sinistrocherio, per ragioni di simmetria.
nb: in tutto il discorso ho "finto" di non vedere le iniziali...visto come è andata con i "Piccioni non Piccioni" di Villanuova...