STEMMARIO TRENTINO- ARCO (TN)
SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE. 5 DI 5
(CONTI D’ARCO
Oltre allo stemma dei conti d’Arco
già incontrato in post 4 di 4 datato 21 Giugno 2016 (qui riporto la foto, si veda l’immagine
n. 1) che contempla il solo arco posto in palo con la corda in sinistra
araldica (d’oro, all’arco d’azzurro, come illustra il Rauzi nel suo Araldica Tridentina, pag. 21,
ma non so su quali basi), è possibile visionare, collocato sulla sommità dell’altare
maggiore (foto 2-3-4) all’interno del santuario in questione (foto 5), anche altra
arma utilizzata dalla famiglia e cioè l’inquartato composto nel 1° e nel 4° da
un fusato in sbarra; nel 2° e nel 3° da tre archi posti in fascia l’uno sull’altro.
Il Rauzi inverte gli smalti rispetto a quanto lui stesso riproduce
relativamente al primo stemma e mostra un d’azzurro a tre archi d’oro, posti in
fascia l’uno sull’altro, mentre il Crollalanza lo contraddice “ribaltando” la
cromia e parlando di “d’oro a tre archi d’azzurro con le corde volte all’ingiù,
uno sopra l’altro”, confermando quindi la stessa disposizione di smalti dell’arma
con il solo arco posto in palo. Per quanto riguarda l’inquartato, il Rauzi tace
di quello che qui propongo ma ne riproduce in fotografia uno “identico” che
compare in piazza tre novembre ad Arco (acromo pure lui) mentre il Crollalanza
non ne parla proprio. Eppure sia uno che l’altro autore indicano probabilmente
il “perché” di questo tributo “bavarese” (o almeno così la vedo io. Se fosse
corretta la mia interpretazione il fusato sarebbe quindi d’argento e d’azzurro)
posto nei quarti più importanti. In “Araldica Tridentina” si dice che “secondo
certi storiografi gli Arco deriverebbero dai bavaresi signori di Bogen (o
Hocbogen), venuti ad Arco dalla Baviera” e ebbero in feudo dal vescovo
tridentino la rocca da cui poi presero il nome.
L’autore pone però il dubbio se sia più veritiera questa versione o
quella che preveda più semplicemente gli Arco originari del luogo. Il
Crollalanza invece dà per certa la provenienza bavarese degli Arco che lui
chiama “di Mantova”, indicando nel 1124 la data in cui si stabilirono in Italia.
Indica che fu Federico II (e non il vescovo come invece vuole il Rauzi) a dichiararli
conti d’Arco. Nel 1484 ottennero la cittadinanza di Mantova. Poi, con una …piroetta
cronologica afferma che si divisero in due rami, “fiorenti tuttora” l’uno in
Baviera e l’altro in Mantova.
Roberto Bicci: Fabio Bianchetti, nelle genealogie degli autori che hai citato, c'è un elemento curioso: "Bogen" in tedesco significa proprio "arco".... Mi sembra veramente "curioso" che una famiglia proveniente da Arco-tedesco=Bogen sia stata infeudata di Arco-italiano=Arco.....
RispondiEliminaFabio Bianchetti: grazie Roberto!!! non lo sapevo...potrebbe essere questa la "prova" che la provenienza bavarese sia "di fantasia". Direi che sarebbe troppo una doppia origine parlante mutuata dal nome del feudo o del luogo di provenienza. :)
Fabio Bianchetti: con il tuo permesso giro questo commento anche nel blog i quaderni araldici. Merci :)