STEMMI IN VERONA 14) PRIMO STEMMA DA SANT’ANASTASIA GALEAZZO BANDA CONTE DI SANGUINETTO
(fotografato il 22 Luglio 2011).
Riprendiamo la rassegna di stemmi in Verona (ci eravamo interrotti il 19
maggio scorso, con l’ultimo da me fotografato in San Zeno), in attesa che
almeno la prima parte della considerevole massa di stemmi “catturati” a fine
Luglio scorso tra Castelluccio, Norcia, Spoleto, Todi, Perugia e Cortona (e di
cui accennavo in un post di inizio Agosto), sia classificata. Quello che qui s
intravvede è, stando al De Betta, lo stemma di Galeazzo Banda conte di
Sanguinetto. E’ un inquartato che carica nel primo e nel quarto quarto un
controinquartato di Gerusalemme, Lusignano, Armenia e Lussemburgo (il De Betta
parla pure lui di controinquartato ma poi descrive solo tre quarti: a)
Gerusalemme, b) Lusignano, c) Lussemburgo. Dagli approssimativi blasoni si
coglie come l’autore non solo dimentichi il quarto di Armenia, ma assegni
quest’ultimo al Lussemburgo), mentre, nel secondo e nel terzo quarto, quello
che pare un volto di Giano Bifronte. E’ l’arma,
come detto, dei Banda. Il De Betta conclude testualmente che lo stemma presente
nel secondo e terzo quarto è uguale “a quello descritto dei Banda a pag. 34
però senza la banda (!!)” (De Betta, cit. pag. 36). In realtà il testimone
esaminato dall’araldista è altro rispetto a quello che qui propongo (ma questo
allora perché non è stato da lui menzionato?). Infatti egli afferma che lo
stemma di Galeazzo Banda si vede sul sarcofago di Cavalcano Cavalcani posto in
Sant’Eufemia (Il Cavalcani era cognato di Banda de Bandis dice l’autore, ma
allora lo stemma inciso sul sepolcro del primo non dovrebbe essere di quest’ultimo,
anziché di Galeazzo, certamente prevedendo il fatto che le due armi potrebbero comunque
essere identiche?). La possibilità di un trasferimento del sarcofago da
Sant’Eufemia a Sant’Anastasia è da escludere (infatti qui viene dato tuttora
nella prima delle due chiese citate http://www.veronalive.it/primo-piano/archivio/44205-luoghi-scaligeri-desueti-di-verona---2.html¸ https://www.academia.edu/8815736/Tombe_di_uomini_eccellenti_dalla_fine_del_XIII_alla_prima_met%C3%A0_del_XV_secolo_). Comunque, come in quella di Sant’Eufemia,
anche nell’arma da me fotografata all’esterno di Sant’Anastasia pare che l’unico
elemento parlante, cioè la banda, sia inesistente, pur se lo stato dello stemma
non consente, almeno a me, verifiche minuziose. Nonostante le pessime foto dell’epigrafe
(ma il sarcofago è posto all’esterno e il sole era accecante senza possibilità
di vedere cosa si stesse fotografando, e poi considerate l’inesperienza…) questa
mi pare possa essere direttamente la tomba di Galeatius de Bandis. Proverò ad
approfondire la cosa, a meno che qualcuno dei lettori non voglia contribuire
con quel che sa.
Per l’arma di questa famiglia l’autore riporta varie descrizioni. Noi
citiamo quella del Crollalanza che (non riporto letteralmente il suo blasone)
parla di un d’azzurro, alla banda d’oro, al busto di Giano, di carnagione e
attraversante la pezza, vestito da un manto di rosso, foderato d’armellino, ad
un palo diminuito di rosso posto tra le teste. Sempre nell’Armerista Veronese
si dice che il primo e quarto quarto derivino dal privilegio concesso ai banda
da Caterina regina di Cipro (XV secolo, quindi, se non erro). Dal Crollalanza
invece apprendiamo che il titolo di Conti di Sanguinetto fu assegnato dalla
Repubblica Veneta, ai figli di un Andrea (operante nel 1445) che sposò Soncina
Martinengo e grazie alla quale, appunto, entrò in possesso del castello di
Sanguinetto. Di un Galeazzo afferma che, insieme in entrambi i casi ad un
Daniele, fu legato a Cornelio vescovo di Verona nel 1504, e prefetto del Benaco
nel 1509.
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