STEMMI IN VERONA SANT’ANASTASIA E CORTILETTO “SAN PIETRO”
(COLLEGAMENTI CON DUOMO E SANTA MARIA DELLA SCALA) (fotografie del 22 Luglio 2011 e 22 Luglio
2014)
15) CASTELBARCO
16) DUSSAIMI 17) VERITÀ (e GIUSTI)
18) QUINTO 19) ANGUISSOLA? 20) MAFFEIS
Il link al sito de L’Arena, che
citerò più volte in seguito, lamenta che le arche di cui parlerò, siano vittime
dell’incuria, abbandonate e semi-sconosciute, nonostante la loro assoluta
importanza storica. Di certo averle “portate” qui, nel Caffè o nei Quaderni,
non muterà le loro sorti, ma ci piace ugualmente l’averlo fatto.
Quella che segue è una carrellata
relativa agli stemmi che si possono vedere su alcune arche (e loro vicinanze)
meno famose di quelle scaligere, da me fotografati il 22 Luglio 2011 e/o il 22
Luglio 2014. Si trovano tutte nel luogo che il De Betta chiama Cortiletto di
San Pietro (che “svela” quello che dovrebbe essere il nome ufficiale della
chiesa attigua, che è universalmente conosciuta invece con quello più antico e
cioè Sant’Anastasia) e di cui qui http://www.larena.it/home/altri/speciali/la-verona-nascosta-ii/7/le-arche-dimenticate-1.2674508?refresh_ce#scroll=1100 si dice che fosse in origine l’ingresso del
convento dei Domenicani e ora cortile d’accesso al Conservatorio dell’Abaco e
Auditorium Montemezzi. Per dirla in breve è posto a sinistra di chi guarda
Sant’Anastasia, fra questa e San Giorgetto.
Vi sono molti dubbi e notizie contrastanti tra loro e/o vaghe
provenienti dal De Betta e dal Crollalanza, unitamente a domande che sono sorte
al qui presente barista, mano a mano che procedevo nello studio di questa
rassegna. Ho cercato di riportare questi dubbi e contraddizioni nella maniera
più chiara a me possibile. Male che vada, godetevi gli stemmi.
15 ) La prima arca non si può non
vedere perché per accedere a quanto detto poc’anzi, ci si deve passare sotto. È
quella di Guglielmo da Castelbarco, podestà di Verona nel 1285, feudatario
della Val Lagarina e consigliere di Cangrande. Morì il 6 Settembre 1320 (696mo
anniversario appena passato, quindi) e la sua è la prima arca costruita in
Verona probabilmente da Rigino di Enrico (foto 1-2-3-4),. Il De Betta ci informa che gli
stemmi con il leone, con la testa in maestà (foto 5-6) presenti ripetutamente sulle colonne in
Sant’Anastasia, sono da attribuirsi sempre ai Castelbarco.
16) Altra arca attribuita a Rigino è quella di
Bartolomeo Dussàimi (si intravvede, ingrandendo la foto, il nome tra le prime
lettere dell’iscrizione alla base). Il Bartolomeo è morto tra il 1367 e 1369,
ma la tomba fu fatta costruire dal nonno Ubertino, per cui si ipotizza una
datazione del monumento che risalga a fine Duecento. Il personaggio
inginocchiato a sinistra è proprio Dussàimi (ma a questo punto il nonno,
immagino…). Le foto dei particolari dello stemma, sono quelle che sono… (foto 8-9-10).
17) Riguardo a quest’arca il De
Betta fa confusione perché descrive lo stesso stemma sia alla voce Principi di
Bologna (Guinicello dei Principi) sia alla voce Verità. L’arcano è svelato qui http://www.larena.it/home/altri/speciali/la-verona-nascosta-ii/7/le-arche-dimenticate-1.2674508?refresh_ce#scroll=1100
, ove si chiarisce come la tomba prima appartenne a Guinicello (data di
costruzione: 1273) e poi ai Verità, che nel XV secolo vi aggiunsero il loro
stemma e l’iscrizione (foto
11). L’arma che propongo io però, viene da un sarcofago sottostante (Foto 12-13) ove medesima
arma di quella dei Verità compare a sinistra di quella dei Quinto che descrivo
più sotto. Inoltre nella Cappella Giusti, all’interno di Sant’Anastasia si
trova un altare con inciso identico stemma riprodotto due volte (foto 13 bis- 13 ter).
Ritenevo fosse dei Giusti medesimi, che invece hanno altra arma*: a questo
punto potrebbe trattarsi ancora di uno stemma Verità? Da notare che nemmeno il
Crollalanza è in grado di indicare lo stemma dei Principi (se la cava con un
“?”). Per i Verità (Verità-Poeta) invece, alla voce “Poeta” rimanda a “Verità”,
ma poi alla lettera “V” tale famiglia non viene menzionata (nemmeno nelle
“Aggiunte”). Svista mia o... qualcuno sa spiegare il mistero? Aggiungendo
dubbio a dubbio, tra l’altro, faccio notare che lo stemma Poeti è un fasciato
nebuloso minuto d’argento e d’azzurro; al capo d’oro, che nulla c’entra con lo
stemma Verità.
* L’arma Giusti è visibile comunque
nella cappella omonima: una testa al naturale (foto 29-30-31 ). Il De Betta non dà conto di
questo testimone, ma solo di un’arma inquartata che riporta oltre alla testa al
naturale nel 2° e 3° quarto, anche di un’aquila bicipite coronata nel 1° e nel
4°).
18) Altro dubbio tra Da Quinto (da
non confondere con i Quinta, pure veronesi, ma dotati di tutt’altra arma) e Del
Bovo, potrebbe venire esaminando lo stemma in foto 14) 15)-16), datasi la somiglianza tra gli
emblemi che caricano le rispettive armi. Ma il De Betta dice che quella legata
ai Bovo (di Bovo Pietro della Pigna per essere precisi) “ERA IN” Sant’Anastasia
(dal che si deduce che attualmente non ci sia più e come comunque ai tempi
fosse posta all’interno della chiesa), mentre per l’arma Quinto asserisce senza
ombra di dubbio come si trovi in un “sarcofago del cortiletto di S. Pietro
martire a Sant’Anastasia”, ubicazione in cui è collocata anche ora. Qui
http://www.larena.it/home/altri/speciali/la-verona-nascosta-ii/7/le-arche-dimenticate-1.2674508?refresh_ce#scroll=1100 poi si precisa che il sepolcro
appartenesse al giurista Leonardo da Quinto e risalga al 1382. Nemmeno in tale
pagina però si spiega come mai l’arma dei Quinto risulti essere la centrale, e
più grande rispetto alle altre due, di una triade (foto 17) con lo stemma appena esaminato (n.
17 Verità) posto in sinistra araldica e con un altro scudo posto in destra (si
veda punto successivo, e cioè il 19).
Benché io attribuisca all’elemento parlante grande importanza e sostenga come molti agganci, connessioni e rimandi tra emblemi e termini (magari dialettali) si siano smarriti con il trascorrere del tempo, riterrei esagerato (?) scovare un rimando tra il bove dei Quinto e il “quinto quarto” cioè la parte meno nobile (fra l’altro) tra quelle in cui si suddividono tradizionalmente le carni dei bovini.
Benché io attribuisca all’elemento parlante grande importanza e sostenga come molti agganci, connessioni e rimandi tra emblemi e termini (magari dialettali) si siano smarriti con il trascorrere del tempo, riterrei esagerato (?) scovare un rimando tra il bove dei Quinto e il “quinto quarto” cioè la parte meno nobile (fra l’altro) tra quelle in cui si suddividono tradizionalmente le carni dei bovini.
19) Di questo stemma (foto 18-19-20), che
compare nell’arca “Quinto”, in destra araldica dello stemma di tale famiglia
(ricordiamo che in sinistra appare lo stemma di cui al punto 17, e cioè quello
dei Verità) non si parla nel link de “L’Arena” più volte citato. Potrebbe
essere Anguissola? Dell’arma di tale famiglia o meglio di Eleonora de
Anguissola, il De Betta dice che è “in pietra bianca rilevata” ma si scorda di
precisare (piccolo dettaglio in fondo…) dove si trovi tale stemma! Per come lo
riproduce lui, poi, parrebbe più un’arma con un capo cuneato allungato (o se
preferite: inchiavato/inchiavardato), ma è anche vero che il Crollalanza e
altri vogliono l’arma Anguissola come un troncato inchiavato di rosso e
d’argento. Nelle foto che qui propongo parrebbe addirittura che la linea di
partizione fosse “ritirata sopra la punta” da tanto “scende” dal capo
oltrepassando generosamente la metà orizzontale dello scudo, ma queste si sa,
sono particolarità che possono essere ascritte alla resa artistica e non a reali
differenziazioni d’arma (e quello che ho appena detto sulla “resa” dello stemma
Anguissola da parte del De Betta, suona come conferma di tutto ciò). Comunque
se vi fossero altre ipotesi, sarei lieto di accoglierle.
20) Oltre a monumenti sepolcrali completi, nel
cortiletto vi è anche altra arma posta isolatamente. La ritengo (non chiedetemi
perché ma ci sono affezionato) splendida ed è relativa ai Maffeis. Il De Betta cita
uno stemma Maffei in pietra rilevata su due lapidi nel pavimento del cortiletto
di San Pietro. Probabile che uno dei due sia questo, ora collocato su di una
parete, per evitarne l’usura. Le foto 21-22-23-24 si riferiscono allo stemma di cui ho
appena parlato (cortiletto di San Pietro), mentre le 25-26-27- a stemmi Maffeis presenti in Duomo
(uno sull’arco dell’altare Maffei, l’altro riferito a un Francesco. Nella foto 28 uno stemma in S. Maria
della Scala che il De Betta vorrebbe parimenti dei Maffeis, tesi che io non
accolgo (se non smentito) e che riporto con molti dubbi.
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