VERONA CIMITERO MONUMENTALE LATO PIIS LACRIMIS (FOTO
DEL 20 FEBBRAIO 2018) E ANCHE
SAN FERMO (FOTO DEL 22/7/2011)*:
24) SAGRAMOSO 25) FRACASTORO* 26) ALBERTINI DA PRATO 27) CONATI
28) GUERRIERI 29) PALAZZOLI
VERONA CIMITERO MONUMENTALE* LATO BENEFICIS IN
PATRIAM (FOTO DEL 20 FEBBRAIO 2018) 30 DIONISI (* ANCHE SAN FERMO E VIA DEL
LEONCINO, FOTO DEL 22/7/2011).
24)
SACRAMOSO (foto 1-2-3)
Due esempi, presi da altrettanti sepolcri, della presenza dello stemma in questione nel Cimitero Monumentale veronese. Il De Betta ne cita altri, sparsi per la città, e si ricorda anche del suddetto Cimitero.
Due esempi, presi da altrettanti sepolcri, della presenza dello stemma in questione nel Cimitero Monumentale veronese. Il De Betta ne cita altri, sparsi per la città, e si ricorda anche del suddetto Cimitero.
25)
FRACASTORO (foto 4-5-6-7-8-9)
L’inconfondibile fascia “in vimini” (con tutte le polemiche e interpretazioni che si leggono nei siti specializzati) dei Fracastoro, non fa mancare la sua presenza nemmeno nel Cimitero Monumentale. In quest’arma a dire il vero, la fascia stessa appare assai generosa nelle sue dimensioni (foto 4-5-6). Ben più antico il testimone di San Fermo (foto 7-8) che ricorda Aventino Fracastoro morto nel 1350. Nella chiesa poi è presente altra arma della famiglia (foto 9).
L’inconfondibile fascia “in vimini” (con tutte le polemiche e interpretazioni che si leggono nei siti specializzati) dei Fracastoro, non fa mancare la sua presenza nemmeno nel Cimitero Monumentale. In quest’arma a dire il vero, la fascia stessa appare assai generosa nelle sue dimensioni (foto 4-5-6). Ben più antico il testimone di San Fermo (foto 7-8) che ricorda Aventino Fracastoro morto nel 1350. Nella chiesa poi è presente altra arma della famiglia (foto 9).
26)
ALBERTINI DA PRATO (foto 10-11)
Il De Betta
ne cita due, di stemmi Albertini, (uno del conte Alberto, complicatissimo nel
Cim. Monumentale e da me purtroppo non trovato)
e l’altro di Giuseppe nel
Cimitero Comunale. Entrambi rimandano la funzione parlante ad un ALBERo e non a
delle ALi, quindi li riterrei di altra famiglia rispetto a questa.
27) CONATI
(ANTONIO) (foto 12-13)
Dalla
descrizione che il De Betta dà di questa tomba, comprendiamo come forse egli
non conoscesse i tratteggi (ma questo non è possibile: a parte il fatto
che la sua cultura araldica in generale
non permetta certi dubbi, egli stesso
desume smalti dall’osservazione del tratteggio, in altre occasioni) o che
questi siano stati eseguiti in momento successivo ai suoi sopralluoghi. Altra
opzione è che egli non abbia osservato direttamente il reperto. Ma che Ottone
descriva proprio questo reperto non sussistono dubbi, perché la descrizione
minuziosa collima in ogni elemento, cimieri compresi. Eppure l’autore afferma
che è solo grazie “a informazioni assunte” che egli sia venuto a conoscenza
degli smalti. Ma essi appaiono evidenti, appunto, dai tratteggi che
restituiscono quanto meno il campo azzurro e le stelle d’oro. Non si spiega nel
testo l’attribuzione ad Antonio.
28)
GUERRIERI (foto 14-15-16)
Si cita nel
De Betta la complicata arma Guerrieri, ma nessun riferimento alla sua presenza
nel Cimitero Monumentale.
29)
PALAZZOLI (foto 17-18)
Il De Betta
cita l’arma, ma non questa.
30) DIONISI
(Cimitero foto 19-20-21-22) (San Fermo foto 23, del 22 Luglio 2011) (foto 24 Via
del Leoncino, Palazzo Dionisi, foto del 22 Luglio 2011)
Numerose le
testimonianze riportate dal De Betta, in cui l’inquartato rosso/verde dei
Dionisi viene invertito in verde/rosso. Tra queste anche quella di Via del
Leoncino. Ma l’autore non nota (grave svista) cosa assai più rimarchevole: che
in quest’ultima riproduzione (foto 7), non solo vengono invertite le posizioni
degli smalti, ma, nel 1 e 3 quarto anche proprio il tratteggio (che invece del
verde solitamente riprodotto così: \\\\\, riporta un tratteggio così: ////) ,
cosa che non restituisce l’inquartato originale rosso/verde, ma nemmeno la
diffusa inversione verde/rosso, bensì un sicuramente inedito (e orribile se
trasformato in colori anziché tratteggi) porpora/rosso!!!
In cosa
ancor migliore (si fa per dire) si produce uno dei codici “Fugger”
digitalizzati dalla BAYERISCHE STAATSBIBLIOTHEK da noi più utilizzati, il BSB
COD. ICON. 276 Insignia Nobilium
Veronensium Vicentinorum. allorché atttribuisce l’inquartato con la
stella sul tutto dei Dionisi, come si vedrà in foto 8 e 9, sia alla famiglia
Donisa (e va beh, ci siamo…) sia alla famiglia Ciciliana. Ora, la prima cosa da
dare per scontata in questi casi è l’ignoranza di chi ora sta scrivendo queste
righe, però a complicare il caso in questione, è che questi ricorda che già nel
2011 chiese ad esperto in araldica veronese di dirimerlo e lui lo fece dicendo
come fosse molto probabile si trattasse non già di un caso di omonimia araldica
(due stemmi uguali per due famiglie distinte nella stessa città? Sospetto…) ma
di semplice “fuggerata”, volendo significare con questo la poca affidabilità
dei vistosi codici voluti da casa Fugger. La cosa parrebbe trovare conferma nel
fatto che il De Betta non nomina nessuna famiglia Ciciliana o simili nel suo
Armerista Veronese.
Non so dire
nulla dell’arma che accompagna in sinistra araldica lo stemma Dionisi nel
monumento da me fotografato. Il De Betta non ne parla, e anche il BSB 276 tace.
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