domenica 5 ottobre 2014


STEMMARIO VALSABBINO: ALONE

Grazie ad un’amica ho potuto leggere l’interessantissimo libretto di Alberto Rizzi, (un vero e proprio esperto in materia di leoni marciani) “Un ricupero iconografico marciano ad Alone e collaterali scoperte (Bs, Luglio 2002, scritto in Varsavia tra il Dicembre e Gennaio precedenti). L’autore, negli anni ’90, aveva letto in altro testo di un “leone di Alone” e una volta ritrovatolo affrescato sulla ex Casa della Comunità (fig 1) di quel paese, decise non solo di fotografarlo, ma anche di comprare la suddetta casa e di far restaurare -nella seconda metà degli anni ’90- l’affresco. Rimanendo affascinato da quanto scritto nel libro, ho deciso di salire ad Alone e immortalare il tutto. Purtroppo le foto sono un po’ schiacciate verso l’alto in quanto non c’è spazio tra la parete e la scarpata sottostante, mentre visioni panoramiche dalla strada sottostante sono impedite dalla vegetazione ormai troppo alta rispetto alle foto contenute nel libretto di inizio 2000. Chi vorrà scorrere le immagini che qui propongo, però, si accorgerà che non solo di leone si tratta (figg. 2-3-4-5). Al di sopra di esso infatti è effigiata l’immagine dello stemma civico, tre torri (?)  fondate su una campagna, la centrale più bassa da cui nasce un albero (figg. 6-7). Nell’opera si prova, tramite l’esame degli strati di intonaco, come il leone sia coevo ad una scritta presente in uno stipite di porta originaria, scritta che reca l’anno 1619 e un altro alberello, stavolta senza torri (la cui chioma è servita come traccia per il  restauro integrativo dell’albero dello stemma con le torri, in quanto in questo la chioma non era più visibile). Il leone “dal volto umano” (fig. 5) dovrebbe essere quindi del 1619. Ma lo stemma civico no, in quanto dipinto su altro strato di intonaco. L’autore ipotizza come anno il 1731, epoca in cui il palazzo fu sottoposto a restauro globale. Il Rizzi fa notare come la particolarità del leone di Alone risieda nella scritta consueta sul libro (fig. 5): essa infatti è contenuta tutta nella pagina destra (destra di chi guarda) e non distribuita sulle due facciate  o riportata per intero solo sulla prima. La cosa, sottolinea l’autore, capita quando nell’altra pagina si voglia rappresentare uno stemma, ma qui risultano evidenti le righe “in funzione epigrafica”, e cioè stese per poter permettere l’inserimento di altre parole e non, quindi, di stemmi.       
Nella Casa della Comunità, il Rizzi ha voluto inserire anche un leone “in moleca” del 1753 (fig. 8), proveniente da Sovramonte, nel feltrino.

Dal punto di vista più strettamente araldico, l’autore, in nota, , riprendendo Ugo Vaglia,  conclude come l’alberello di Alone (ma non le torri) sia stato inserito nel cantone destro dello stemma di Casto (figg. 10-11), che attualmente ingloba nel suo territorio comunale, per l’appunto, Alone. Marco Foppoli, invece, nel suo Stemmario Bresciano (p. 172) sottolinea la funzione parlante dell’alberello inserito nello stemma di Casto, che, essendo un castagno, richiamerebbe in maniera evidente l’origine del nome del borgo. Resterebbe infatti da comprendere, aggiungo io,  il perché, nel caso della prima ipotesi, proprio lo stemma di Alone, e non di altri centri abitati del Comune unico di Savallo, di cui anche Casto faceva parte anticamente, sarebbe dovuto confluire nello stemma comunale in questione (stemma approvato nel 1983, ma, sempre stando al Vaglia, ideato prima del 1952).

 

In chiusura, una curiosità per i frequentatori dello “Iagiforum”: Il libretto del Rizzi è dedicato dall’autore, oltre che ad altri “leontofili informatori patavini”, anche a Franco Benucci, che tale forum frequenta.