martedì 18 luglio 2017

STEMMI IN VERONA SANT’ANASTASIA PALAZZO BO (PD)- NAVE (BS) – 27) ARMA MAZZOLENI

Il De Betta assegna questo stemma (quinto altare di destra) a Giacomo Mazzoleni senza dire altro (foto 1-2). Ma il Della Corte e il Piovanelli ci parlano di Mazzoleni bresciani. Giuseppe e Antonio parteciparono alla battaglia di Lepanto (Giancarlo Piovanelli che ci rimanda poi alla foto di uno stemma conservato a Palazzo Bo, in Padova, di cui era titolare un Marco foto 3. Stemmi e notizie di famiglie Valsabbine e del Benaco, Zanetto ed. pag. 79). Il Della Corte invece ci dice solo di Giuseppe, quale partecipante alla guerra di Candia disegnando nel suo libro (Armerista Bresciano, Geroldi ed., tavola tra pag.192 e 193) quella che forse era l’arma primigenia di famiglia (foto 4)
Certo che io non so dire se i Mazzoleni committenti dell’altare di Sant’Anastasia abbiano qualcosa da spartire con i Mazzoleni bresciani (salodiani per la precisione). Lo stemma di questi (presente in palazzo Bo) e dei veronesi (in Sant’Anastasia) nel suo elemento parlante (la mazza impugnata dal destrocherio) è somigliante in maniera più che evidente, ma è appunto elemento parlante che potrebbe quindi essere stato “ideato” e voluto in maniera autonoma e separata da due titolari che nulla avessero a che fare tra loro dal punto di vista genealogico. Certo che, notando anche soltanto specificatamente la foggia della mazza, le analogie sono intriganti. Pure il troncato è comune ai due scudi ma le differenze ci sono: nell’arma bresciana (padovana) la mazza e il destrocherio sono accompagnati da tre gigli male ordinati che nell’esemplare veronese non appaiono, e in questo invece la seconda sezione contiene due bande, inesistenti nel primo.
Il De Betta inoltre riferisce gli smalti dell’arma veronese così come li vuole il Gianfilippi: parafrasandone il blasone si ottiene un troncato: nel 1° d’argento; nel 2° palato* dello stesso e di rosso, al destrocherio attraversante, di carnagione, armato d’argento e impugnante una mazza d’oro (* non si specifica di quanti pezzi). Diversi gli smalti dell’arma del bresciano Mazzoleni presente in Padova: troncato di rosso e d’azzurro**, al destrocherio attraversante, di carnagione, armato d’argento e impugnante una mazza d’oro, accompagnato da tre gigli male ordinati, dello stesso (**potrebbe essere anche un capo abbassato di rosso caricato di un giglio d’oro?).
Il Piovanelli ci indica poi un altro riferimento a dei Mazzoleni (sempre bresciani), quello presente nella Pieve della Mitria di Nave (BS) da me fotografato nel Maggio 2015 (foto 5-6-7), ma qui una considerazione va fatta. Innanzitutto non si tratta di stemma (mancando lo scudo…) ma semmai di elemento araldico, a meno che non si tratti invece di semplice richiamo “parlante” indipendentemente dall’esistenza (in altra sede) di stemma gentilizio che riconduca il “Mazolenus” del 1446 nell’alveo della famiglia Mazzoleni dotata di arma.









venerdì 7 luglio 2017

STEMMI IN VERONA SANT’ANASTASIA  (e DUOMO). Fotografie del 22 Luglio 2011 e 22 Luglio 2014; 24) CENTREGO, 25) SEREGO  26)  PELLEGRINI (e integrazione post dell’8 marzo 2016 con foto di stemma CAVALLI)
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Risale al 14 Ottobre scorso l’ultimo post relativo alla rassegna di stemmi veronesi, rassegna che oggi riprende anche se con cadenza del tutto irregolare, e inframezzata da altri argomenti. In quell’ultimo post (visibile qui httpso qui https://www.facebook.com/groups/211814768987383/permalink/640343002801222/ o qui http://bianchetti-araldica.blogspot.it/2016/10/stemmi-in-verona-santanastasia.html) parlavo dello stemma Cipolla, posto ai piedi dell’altare Centrego-Cipolla (1488-1502).
24)  Non è difficile immaginare quindi che la prossima arma di cui posterò immagini (foto 1, 2011) sarà relativa alla famiglia CENTREGO, con la loro arma piena di leoni. Il Crollalanza ci suggerisce gli smalti: inquartato d’argento e di rosso, a quattro leoni affrontati dell’uno nell’altro.
25) Brutte fotografie del 2011 e 2014 (nn. 3-3 bis; ma lo stemma era distantissimo in area non accessibile) certifica della presenza in Sant’Anastasia dell’arma Serego, arma di cui il De Betta riporta anche altre testimonianze, legate a Lavinia Serego Alighieri (lo stemma della quale risulta inquartato con quello parlante –tramite l’ala- di quest’ultima famiglia). In altri casi le spade Serego risultano abbinate a aquile (in inquartati) o a stelle (accompagnate). Questo di Sant’Anastasia è classificato come Sarego-Cortesia in quanto appare alla destra dell’altare maggiore sotto il monumento Cortesia.
26) Stupisce il silenzio del De Betta sugli stemmi Pellegrini posti ai lati del Crocifisso (foto 2011, nn. 4-5-6-7) ma soprattutto su quelli della Cappella Pellegrini, resa celebre a livello planetario dall’affresco del Pisanello conosciuto come San Giorgio e la Principessa (l’arma di famiglia è posta poco al di sotto (foto 2014 nn. 8-9 eseguite da Samuel Ponchiardi in visita con me, che ringrazio. In seguito: PS). Altro stemma Pellegrini si può osservare in una lapide nel Duomo (foto 2014 nn. 10-11 PS) nella quale l’arma appare accollata da due fiaccole ardenti e sovrastata da un grande compasso. Nel Febbraio 2016, nella biblioteca di Padova, fui interrogato su quale potesse essere lo stemma della prima pagina di un libro miniato, stemma del quale rimaneva soltanto la pigmentazione del campo e poco più di un’ombra, una macchia. Il primo era color oro, mentre la seconda sembrava poter restituire una figura umana e una “riga” all’altezza della spalla destra. La mia (relativamente facile) ipotesi di attribuzione ai Pellegrini, confermava una precedente attribuzione veronese dell’opera. Un tassello in più verso una più approfondita conoscenza delle origini cronologiche e geografiche del manufatto. Tanto per rispondere a “quelli che l’araldica serve solo agli araldisti”…

Infine iintegro con altre foto dello stemma Cavalli il post dell’8 marzo 2016, visibile qui https://www.facebook.com/groups/211814768987383/search/?query=cavalli e qui http://bianchetti-araldica.blogspot.it/search?q=cavalli (foto 2014 nn. 12-13-14 , PS).