lunedì 30 ottobre 2017

MANO D’AQUILA NEL BRESCIANO

In queste prossime puntate, vorrei lasciare piccola testimonianza del passaggio dello stemma Malipiero in quel di Brescia. Ricordo a tutti, specie ai nuovi arrivati, che le mie sono solo impressioni, occasioni di approfondimento e che quindi le mie carrellate, i miei approcci agli argomenti trattati non pretendono mai di essere esaustivi.
Innanzitutto un po’ di chiarezza (ovviamente non a tutti necessaria) sullo stemma Malipiero: cos’è? Ho letto e sentito di tutto, complici anche riproduzioni non certo impeccabili: da ostensorio a “semivolo d’aquila”. Quest’ultima locuzione in realtà manco esiste, esiste semmai il semivolo tout court, vale a dire, in pratica, un’ala (se sono due siamo di fronte a un “volo”, congiunto o disgiunto, a seconda se esse siano o meno unite tra loro). Il Crollalanza in realtà, parla, per descrivere la figura di cui stiamo trattando, di un “semivolo sostenuto da un artiglio” (Enciclopedia pag. 533-534), omettendo, e la cosa stupisce non poco, il termine specifico che oggi (?) invece si usa, cioè “mano d’aquila”. Ecco quindi il termine corretto.


Ne usa uno la famiglia Campioni di Siena (foto 1), o la Beccadelli di Bologna (foto 2), ne usa uno quella Malipiero (foto 3-4). La particolare foggia della mano d’aquila “Malipiero” (con l’ala spiegata e leggermente ritorta su se stessa, ha indotto riproduzioni non impeccabili, e lo vedremo, le quali, come detto, inducono alcuni a identificare la figura con uno strano ostensorio…). Per ora aggiungo qui breve carrellata dello stemma relativo, così come è possibile trovare negli stemmari indicati direttamente nello watermark in sovrimpressione alle immagini. Come anticipato, presto, spero, inizierò ad approfondire, riportando un paio di “incontri” magnificamente suggestivi per il sottoscritto.








giovedì 12 ottobre 2017

STEMMARIO VERONESE ARMA BECELLA? (VIA QUATTRO SPADE VERONA)


Verona, centralissima Via Quattro Spade. Faccio notare a mia suocera uno stemma abraso sopra ad un portone. Mi chiede se voglio una sua foto: Io dico: “Mah… mi sa che è inutile…non si vede nulla…sì, no, sì, no…”. E lei fa: “Magari poi ti serve”. E io, poco convinto: “ok falla”. Ingrandendo scorgo un contorno…una specie di leone tenente tra le branche anteriori, in maniera classica, qualcosa. Tramite cellulare riesco a consultare in tempo reale il non certo affidabilissimo “Insignia nobilium veronensium et vicentinorum”, il Fugger classificato come 276 nella BSB. Fortunatamente già alla lettera “B” trovavo qualcosa di simile: potrebbe essere appartenuto ad un membro della famiglia BECELLA, lo stemma (ex stemma…) in questione? Il De Betta parla di un Tomaso Becelli:  dice che la “cosa” tenuta dal leone è un “ramo fiorito di verde fiorito d’oro”; dice che il Crollalanza la considera invece una rosa d’argento stelata e fogliata di verde; riproduce stemma simile a quello del cod. Fugger 276, ma non cita questo di Via Quattro Spade, probabilmente già illeggibile ai suoi tempi, a meno di salire su una scala, potendolo così osservare da vicino. A inizio Novecento non c’erano cellulari e obiettivi, non la possibilità di attribuzione ad una famiglia nel giro di dieci minuti tramite “dispositivi mobili” e senza la consultazione in biblioteca di voluminosi stemmari (cosa, comunque, di per sé inarrivabile, dal punto di vista emotivo). La morale è che la High-Technology è anche al servizio dell’araldica? No: è che mia suocera ha sempre ragione. 






lunedì 9 ottobre 2017

ARMA SPAUR: POST 7 DI 7. SUNTO E FOTO DI CASTEL VALER



1)      Nel ‘300 Volcmar di  Burgstall viene infeudato del castello di Sporo-Rovina. Il suo stemma stando al Rauzi era un falco d’argento in campo azzurro. L’autore di “Araldica Tridentina” inserisce nella sua opera anche un’arma nella quale però il pennuto non ricorda affatto un falco (fig. 1). Il cimiero di detto stemma era costituito da due coppe rovesciate, alludenti al titolo di coppieri dei conti del Tirolo.
2)      I successori di Volcmar, utilizzarono gli elementi del cimiero come emblemi del nuovo stemma, un leone rosso (spesso rivolto) in campo argento, tenente tra le branche anteriori, per l’appunto, una coppa d’oro. Fu questa l’arma che nei secoli verrà variamente inquartata con altre e che farà dimenticare la vera arma originaria Spaur.
3)      L’arma “pura” con il leone l’ho incontrata in due casi a Innsbruck (foto 2-3. La 3 è in Duomo e, azzardo, mi pare la testimonianza più tardiva, tra quelle da me raccolte, con il solo leone, che evidentemente ha proseguito a sussistere in parallelo alle versioni inquartate) e in Castel Valer, attuale proprietà del conte Ulrico Spaur, in Val di Non (foto 4-5). Gli stemmi là affrescati, se coevi (pare di sì) al resto sarebbero quattrocenteschi.
4)      Sempre in Castel Valer è conservato un quadro che celebra un matrimonio tra una Fugger* e uno Spaur. Qui ho incontrato per la prima volta lo stemma di tale famiglia inquartato con un trinciato d’argento e di rosso a due stelle di otto raggi dell’uno nell’altro (foto 6). Altro stemma che “sul tutto” riporta questo tipo di inquartato è quello del vescovo Christoph Andreas (vescovo in Bressanone dal 1601 al 1613, lo stemma che riportiamo in fig. 7 è tratto dal web e si trova in Brunico). L’arma con il trinciato e le stelle appartiene ai Coredo-Valer (Ulrico I fu signore dei Castelli di Flavon e Valer). Furono proprio gli Spaur di Castel Valer a utilizzare quest’arma. Ma, diversamente a ciò che ci potrebbe aspettare l’attuale proprietario di Castel Valer, sul suo biglietto da visita (foto 8) utilizza arma diversamente inquartata (visibile anche nella loggia superiore del castello, foto 9), arma visibile anche su due stemmari “Fugger” di metà ‘500 (foto 10-11; probabilmente coevi del quadro di cui a foto 6) nonché in Castel Coira (foto 12). In essa l’emblema puro Spaur viene inquartato con uno scaccato d’argento e d’azzurro attraversato da una fascia di rosso.
5)      Quale la genesi di questo secondo inquartato? Per rispondere occorre tornare al capostipite, il trecentesco Volcmar. Un suo nipote sposò, nel Quattrocento, sempre stando al Rauzi, Verena Lichtenberg ed è proprio dei Lichtenberg lo scaccato argento e azzurro attraversato da una fascia di rosso.
6)      In Riva del Garda esiste poi uno stemma Spaur (proveniente da chissà dove e posto in piazza 3 Novembre nel 1911) inquartato con un’aquila (foto 13).

* dalle fattezze e dall'abito si potrebbe azzardare che la dama in questione sia una Veronica Fugger. Considerazioni particolareggiate in tal senso si possono rileggere nel post 2 riguardante l’argomento Spaur (data: 29/8/17). Da notare che nei codici Fugger colà utilizzati per l’identificazione del personaggio, riportano, per quanto riguarda il maritoSpaur, lo stemma inquartato con lo scaccato e non quello che appare nel quadro di castel Valer, munito di trinciato rosso e argento.


Finisce con questo settimo post, salvo nuovi “avvistamenti”, l’avventura del Caffè in casa Spaur, iniziata quasi esattamente due mesi fa, l’11 Agosto scorso. Il premio promesso erano foto della splendida cappella di Castel Valer. Una promessa fatta tre anni e mezzo fa, quasi agli esordi del Caffè, e che ora mantengo.