sabato 25 agosto 2018



SAN FRANCESCO, BRESCIA: CHIOSTRO (foto del 10 Ottobre 2013)



STEMMA DEI RIPA/RIVA DI VENEZIA



Su questo stemma non ero riuscito a trovare nulla, inizialmente.

Nulla negli stemmari bresciani, cosa della quale non dubitavo, ma nemmeno in quelli “veneti/veneziani” che di solito consulto. Mi rivolgevo al Crollalanza che di Riva piemontesi, romani e fiorentini parlava, ma concludeva le sue righe col blasone di stemmi del tutto diversi dal nostro. Mi veniva in mente, allora, di verificare alla voce “Riva” e lì trovavo ciò che cercavo. Tra Riva di Bassano, Ivrea, Mantova, Milano (Riva-Finoli), Padova (Riva detti Altichini), Verona e Vigone (in Piemonte), spuntavano anche dei Riva bresciani che però possedevano altra arma. Toccava a quelli VENEZIANI risolvermi il problema. Oltre ad un alias  che prevedeva un “d’oro a tre fasce ondate d’azzurro”, essi infatti utilizzavano un “d’oro, alla banda d’azzurro, caricata di tre gigli del campo, posti nel senso della banda”. Quest’ultima precisazione, magari superflua (e comunque, volendola proprio mettercela, sarebbe stato meglio utilizzare la locuzione “nel verso della pezza” anziché “nel senso della banda”) si dimostrava in realtà assai utile al sottoscritto per fugare tutti i dubbi sull’attribuzione, visto che, come si vedrà in IMM. 1-2-3, si adatta perfettamente anche allo stemma in San Francesco.  Gli smalti del Crollalanza venivano poi confermati da una raffigurazione che trovavo (ma solo successivamente a tutto quanto sopraddetto) in BEU relativa ai “Rivi” veneziani (Famiglie venete con le loro armi -XVII SEC- BEU alfa.o.3.2. pag. 140 -138/169 pdf oppure  http://bibliotecaestense.beniculturali.it/info/img/stemmihtml/riva·rivi.html  IMM. 4). Qui troviamo anche una data attribuita all’arma dipinta, vale a dire il 1650,  ma come dimostra il reperto bresciano, essa era già in uso almeno nella prima metà del Quattrocento.

Alla “Serrata” del Maggior Consiglio di Venezia, risalente al 1297, i Ripa/Riva venivano inclusi tra le famiglie patrizie (Crollalanza).

Ecco la trascrizione dell’epigrafe, a cura del Prof. Casanova:



HIC · IACET · D(ominus) · MA(r)CHVS

DE · RIPA · 1435 · 18 · AVOST



Qui giace don Marco

Ripa, 1435, 18 agosto











sabato 4 agosto 2018



SAN FRANCESCO, BRESCIA: CHIOSTRO (foto del 10 Ottobre 2013)



PROBABILE STEMMA MOROSINI (VENEZIA) 

SAN FRANCESCO, BRESCIA: CHIOSTRO (foto del 10 Ottobre 2013)

PROBABILE STEMMA MOROSINI (VENEZIA)

Quello che propongo oggi è probabilmente stemma di famiglia veneziana, quella dei Morosini (figura 1). Cè da fare un po’ d’ordine.  Il compilatore del ms BSB COD. ICON 274 (XVI SEC.) riporta quattro stemmi (figure 2 e 3) senza dare notizie, come sempre. Uno è quello da me fotografato in Brescia*. Nella Estense, il codice I-MO-BEUALFA.O.3.2 FAMIGLIE VENETE CON LE LORO ARMI (XVII SEC.), ne riporta tre (fig. 4-5) elargendoci invece qualche informazione. Per colmo di sfortuna a mancare è proprio il “nostro” di
San Francesco, ma, vedremo in seguito, è probabile che questa latitanza conti poco.  Dell’arma d’oro alla fascia d’azzurro, il BEUALFA dice che i titolari vennero da Mantova, erano saggi e ostinati, e che loro e altri fecero edificare le chiese di S. Mauro e S. Gabriele.

Di quelli che portavano il d’oro alla banda d’azzurro, invece, la fonte confida la loro provenienza dalla Schiavonia (o Slavonia, nella Croazia Orientale, confinante con l’Ungheria. Altri la vogliono sinonimo proprio dell’Ungheria) e che “erano Morlachi” (Morlacchi, proveniente dalle Alpi Dinariche). Del terzo stemma, che prevede un d’oro alla banda d’azzurro, attraversante un ciclamoro e attraversata da una croce diminuita, il tutto d’argento**; alla filiera dello stesso… (e qui mi fermo perché non saprei che dire dei segnetti rossi: forse un rudimentale modo di indicare una filiera composta d’argento e di rosso?) il codice conferma la provenienza dei titolari dalla Schiavonia, aggiungendo che “sono della predetta famiglia” e che “di donna Thomasina sorella di Ser Thomasino” (fantasia…) “nacque Andreaso il quale, di consenso di tutti li Baroni fu’ eletto et coronato Re d’Ungaria del 1299 il 4 Agosto : per il che eletto Ser Thomasino tolse la qui notata per insegna sua la quale portano i discendenti suoi.”
Per pura sfortuna dicevamo, mancherebbero notizie proprio sui Morosini dell’arma da me fotografata in san Francesco, se non fosse che il Crollalanza cassa tutto quanto detto sinora, su origini slave e/o mantovane; cita tutt’altri membri della famiglia in questione, ma soprattutto fa discendere lo stemma, con la banda, quello con la fascia, e IL NOSTRO CON CROCE E BANDA (insieme a molti altri, ma con esclusione di quello con l’armilla e la croce!!) a vari rami familiari dei Morosini “di Venezia”.  Tra le tante notizie conferma comunque la presenza di Tomasina, regina e madre di Re Andrea d’Ungheria, cioè proprio i titolari del ramo che secondo BEUALFA avrebbero portato lo stemma con l’armilla (come detto ignorato proprio dal Crollalanza). Il Crollalanza stesso poi parla sotto altra voce di Morosini di Milano e poi di Lugano (aventi identica arma tra loro, ma totalmente diversa da quelle di cui qui parlo) che nulla c’entrano con i “nostri”. 
Insomma un bel guazzabuglio tanto per cambiare, dal quale almeno, come cose certa o quasi ricaviamo la provenienza almeno in origine veneziana dei titolari dell’arma di San Francesco (secondo il Crollalanza) e  gli smalti (se il “Fugger” della BSB non erra, fig. 6) del reperto bresciano: d’oro alla banda d’azzurro, alla croce di rosso attraversante sul tutto (o se preferite: d’oro alla banda d’azzurro, attraversata da una croce di rosso).

* Si sarà notato che in BSB la croce sia attraversante la banda, mentre nel reperto bresciano essa ne sia attraversata. 
**Si osservi come, in BSB invece,  il ciclamoro e la croce siano entrambi attraversanti la banda, ma intrecciati tra di loro. Chi si occupa di araldica sa bene che queste differenze esecutive (per quanto da annotarsi) siao da ritenersi del tutto normali. Tra l'altro è comune opinione considerare l’attendibilità dei manoscritti della BSB, cosiddetti “Fugger”, come non elevatissima.


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