mercoledì 25 marzo 2020


VERONA

A zonzo per Verona… (2 di 2). Foto dal 2014 al 2018.

S. PIETRO IN ARCHIVOLTO 59  DELLA SCALA 

Stemma esplicitamente citato dal De Betta che, non assegnandolo ad alcun personaggio della famiglia in particolare, lo definisce “smartellato” (foto 1 e 2);







VIA QUATTRO SPADE 60 BECELLA

Volevo che questo stemma rimanesse anche nella presente carrellata. In realtà ne ho già parlato qui  https://bianchetti-araldica.blogspot.com/search?q=quattro+spade e rimando pertanto a tale link il commento relativo (foto 3 4 5) ;







PIAZZA DELLE ERBE 61 DELLA SCALA

Un po’ di Della Scala a colori, non citati dal De Betta e… (foto 6 7 8)







PIAZZA DELLE ERBE 62 IGNOTO? ALEARDI?  BOSCHETTI?  FORESTI?

Non riesco a dire molto di questo stemma abraso a metà. Se si volesse scorgere un fusato nella seconda sezione, si potrebbe parlare forse di Aleardi ma qui pare di vedere del rosso e il fusato (talvolta riportato come “in sbarra”) è sempre azzurro e argento. Forse si possono intravvedere (ovviamente come ipotesi alternativa) delle bande. Fossero fasce il rosso e l’argento potrebbero rimandare ai Boschetti. Ma mi pare di vedere del rosso e oro, i Foresti lo utilizzano ma loro sotto all’aquila mettono delle sbarre (foto 9 10); 






PIAZZA BRA 63 (SOPRA A BAR LISTON 12)  RIZZARDI
Uno dei tanti ricci che l’araldica utilizza come elemento parlante, identifica in questo caso l’arma Rizzardi. Questa non è citata dal De Betta. I vari blasoni parlano di riccio nero in campo argento o azzurro (personalmente vedo il primo al naturale in questo caso, e il campo, per quanto sbiadito, pare diverso dall’argento delle fasce e quindi opterei per un azzurro). C’è accordo sull’argento-rosso della seconda sezione del campo (foto 11 12); 






CORTILETTO DI LUCIA 64 CAPPELLO E 65 LANFRANCHINI

Il De betta non dice molto di questi due stemmi (il primo è più che altro un emblema, mancando lo scudo) collocati in un posto celeberrimo di Verona. Dello stemma Lanfranchini l’autore parla di parete esterna della cappella della tomba di Giulietta. Lo stesso afferma trattarsi di una stemma con una punta “o meglio diviso in capriolo scalinato”. Gli smalti sono d’oro e d’azzurro a tre stelle di otto raggi dell’uno nell’altro (foto  13 14 15);







SAN PROCOLO 66 STEFANO MARCOLEONI  67 IGNOTO?

Stupenda San Procolo (almeno dall’esterno) ma non la calcola nessuno perché vicina a San Zeno. Alcune notizie qui https://www.verona.net/it/monumenti/chiesa_san_procolo.html. 
Sul sarcofago (lo vedete “in avvicinamento progressivo” nelle foto 16 17 18 19) si notano due stemmi: in destra araldica quello con un leone alla fascia caricata da una crocetta accostata dalle lettere M e L. Nell’altro il De Betta vedeva un troncato (ok) nella cui prima sezione era una M e nella seconda un 3 (un acciarino in palo?). Io la M e il 3 li intravvedo ingrandendo. L’autore diceva che sopra la stessa era una figura già ai suoi tempi illeggibile. A me pare una P.  Le due lettere potrebbero avere a che fare col cognome della moglie Elena che mi pare sia citato nell’iscrizione (HELENAE PETRI…?). Il Biancolini (volume II. Citato due post fa) non se ne cura.  









SAN GIOVANNI IN FORO 68 PIETRAMALA (PETRAMALA) 69 CASTELBARCO?

Ogni tanto lo stemma dei Da Romano spunta fuori. Il De Betta dice che il primo stemma è composto da quello dei Da Romano (i gigli…) e da quello propriamente detto dei Pietramala d’Arezzo (sei plinti d’argento in campo azzurro). Altre tesi sullo stemma Da Romano sono state debitamente confutate. Il De Betta aggiunge che “l’altro stemma” è detto dal Crollalanza appartenente ai Castelbarco (l’avrei detto anch’io) ma invece “non lo è”. Solo che poi l’autore dell’armerista veronese non ci dice che stemma sia; non lo mette negli ignoti; nel disegnino relativo scrive lui stesso “Castelbarco” sebbene mitigato da un punto interrogativo. Qui comunque lo attribuiscono tuttora a questa famiglia: http://www.lamescaligere.eu/la-chiesa-di-san-giovanni-in-foro/. L’iscrizione soprastante ricorda che nell’anno 1172 “conbvsta est civitas Verone”. Notizie qui http://cem.dissgea.unipd.it/incendi.pdf  nel saggio di Franco Benucci che indica come causa i disordini consueti tra guelfi e ghibellini (foto 20). Si legga anche qui  https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10214489319889790&set=gm.854821744686679&type=3&theater&ifg=1 con tutti i commenti (gruppo chiuso facebook Fabio Bianchetti Il Caffè Araldico).


lunedì 23 marzo 2020


VERONA

A zonzo per Verona…in attesa di arrivare a San Fermo (1 di 2)


INTEGRAZIONE SANT’ANASTASIA:
52 STEMMA FREGOSO 53 STEMMA ORNANO 54 NICHESOLA 55 MERZARI 56 IGNOTO

EX CASA EMILEI IN VIA PIGNA: 57-58 STEMMA EMILEI E DELLA SCALA? 





 (foto del 22/7/14)


52 FREGOSO Di quest’arma abbiamo già parlato qui https://bianchetti-araldica.blogspot.com/search?q=fregoso, il 10 gennaio 2018. Quella proposta allora sta ai piedi dell’altare anch’esso recante uno stemma che avevo omesso di mostrare in quell’occasione. Rimedio ora (FOTO 1).




53 FRANCESCO MARIA ORNANO DI CORSICA  Il De Betta di questo stemma si limita a dire che “quantunque in marmo […] è colorito” (FOTO  2-3 un po’ sfocata…).  Aggiunge poi che alla base dell’altare è visibile un emblema, dal quale dedurre il cimiero: un leone tenente con la branca anteriore destra una spada (FOTO 4). Erroneamente ho attribuito con post di data 8/12/2017 (https://bianchetti-araldica.blogspot.com/search?q=mazzanti) questo emblema alla famiglia Mazzanti. Un altro identico appare sul pavimento ai piedi dell’altare (FOTO 5).





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54 NICHESOLA Su questo nebuloso minuto il De Betta si spende citando di quanti pezzi risulti composto in ciascuna arma da lui censita, dicendo che quello di S. Anastasia (FOTO 6-7-8)  è di sette pezzi.






55 MERZARI Stemma che io trovo meraviglioso. Il De Betta non usa aggettivi, di solito, ma concorda. Altri dicono quest’arma Merzari essere quella dei Pezzarol (una testa d’aquila, invece). Sempre il De Betta ci dice che infinite furono le discussioni in merito tra Gianfilippi, Cipolla e Biancolini (lo stesso Biancolini del libro sulle chiese di Verona citati nell’ultimo post pubblicato). Noi teniamo per buono quel che ci dice il De Betta: Pietro Merzari (e bellissimo). (foto 9-10-11)





56 IGNOTO Dovevo scoprire solo dopo svariate contorsioni (per poterlo fotografare) che questo splendido seminato di stelle ad otto raggi, alla banda caricata di tre torte (o bisanti) era già ignoto ai tempi del De Betta che lo mette appunto al n. 119 delle armi non attribuite.         Probabilmente all’epoca però non gli avranno addossato un armadio… (foto 12-13-14)






57 EMILEI  e 58BDELLA SCALA? Stemma presente sulla casa in Via Pigna, già della famiglia Emilei. L’altro stemma potrebbe essere: Faccioli, Costantini, Fabbri…somiglianti ma a volte mi pare di vederci una pianta tra i due leoni controrampanti e sostenenti. Alle volte invece ci vedo “solo” la scala dei Della Scala (foto 15-16-17-18)











martedì 17 marzo 2020




VERONA S. PIETRO MARTIRE: 48 STEMMA CRESCENZI.
VIA S. FELICITA 49 STEMMA GIUSTI 
S. FELICITA 50 51 STEMMI IGNOTI?
   (foto del 22/7/2014 E 9/8/15)



 
48 CRESCENZI Dell’arma parlante Crescenzi de Navarino il De Betta non dice nulla. Riporta però un blasone che parla di un di rosso a tre cotisse d’argento che ci permette di comprendere come non ci si trovi di fronte ad una banda di diverso smalto rispetto al campo, bordata e caricata di un filetto di ulteriore altro smalto. Dimenticando le tre cotisse, quindi, possiamo blasonare correttamente l’arma in un: di rosso ad una terza, accompagnata da tre crescenti montanti, il tutto d’argento.
Interessante l’evoluzione del termine “crescente”: un tempo la locuzione “montante” che indicava la posizione del medesimo crescente con le punte verso l’alto non veniva specificata. Oggi si preferisce farlo (in controtendenza rispetto ad altri termini, ad esempio “rampante” riferito al leone, che spesso anticamente veniva introdotto nei blasoni e oggi va assolutamente omesso) al pari delle altre posizioni del montante (volto: con le punte verso il fianco destro; rivolto: punte a sinistra; rovesciato: punte verso il basso). FOTO 1 

49 GIUSTI
Ne abbiamo già parlato qui https://bianchetti-araldica.blogspot.com/search?q=GIUSTI.
In entrambi gli stemmi proposti (cimitero monumentale e Duomo) era presente la sola testa umana di profilo. Il De Betta parlava anche di una versione inquartata con un’aquila. Particolare interessante: l'arladista cita lo stemma qui proposto come collocato in Via S. Felicita 3 che è anche l’indirizzo attuale, il che indica come la numerazione civica in tale zona della città non abbia subito mutazioni da almeno 100-120 anni). FOTO 2 

50 51 S. FELICITA (CHIESA SCONSACRATA) STEMMI IGNOTI?
Ed eccola S. Felicita, ex-chiesa oggi ristorante (FOTO 3-4-5-6-7). Al suo interno è visibile un’arma d’oro a tre gigli di rosso male ordinati (si noti la particolarità del primo giglio a doppio petalo laterale. Si vedano FOTO 8 e FOTO 6 freccia più in basso). Questo vistoso e visibile stemma, il De Betta nemmeno lo cita. Mi sono fatto un’idea del perché, partendo dall’idea che la chiesa, come detto, non è più tale, e forse ho trovato conferma dalle poche righe treperite in rete relative alla sua storia. Come sospettavo infatti, la sua soppressione risale all’Ottocento (1806) e da lì in poi l’edificio è stato adibito ad usi civili dai privati che lo acquistarono. Proprio mentre il De Betta stilava il suo armerista poi, lo stabile fu interessato da lavori, tra cui lo strappo di numerosi affreschi. Probabile insomma che all’epoca della stesura debettiana la ex S. Felicita non fosse accessibile. Anche il Biancolini nel suo libro secondo delle Notizie storiche delle chiese di Verona (1749) non dice nulla (o meglio io non ho trovato alcun riferimento, operando delle stringhe di ricerca nella versione ebook…non l’ho letto tutto…). Anche i “Fugger” riferentesi a famiglie veronesi, vicentine, veneziane non pare restituiscano stemma simile, salvo mie sviste. Anche di un altro stemma (freccia più in alto in foto 6), sempre con gigli, non so dire nulla.