martedì 30 giugno 2015


STEMMI IN VERONA: 5) SAN ZENO  ARMA DI PAOLO CEFIS (m. 1761) (fotografata il 22 Luglio 2011).

Il De Betta vuole l’arma caricata di “tre crescenti rivolti o tre C”, altri araldisti da lui citati sono sicuri di questa seconda ipotesi (o sono fatti un gran male come crescenti, o sono “C” anche per me…).  Lo stesso autore dice che nel cortile dei canonici del Duomo vi sono tre pietre di colore nero caricate ciascuna di altrettanti crescenti rivolti. Occorrerebbe stabilire anche in questo caso se siano crescenti rivolti (e allora potrebbe trattarsi di altra arma) o se siano tre C (la qual cosa riporterebbe ad uno stemma Cefis, anche in quel caso, anche se il De Betta non dice nulla riguardo alla fascia diminuita e centrata che compare nello stemma che riporto io). Il Gianfilippi, sempre citato dal De Betta, ci restituisce gli smalti di un troncato d ’azzurro e d’argento, a tre C dell’uno nell’altro. Non è chiaro se si tratti di variante dello stesso stemma, o se la fascia venga omessa nel blasone (fascia che a questo punto attraverserebbe la partizione).




venerdì 19 giugno 2015

STEMMI IN VERONA: 4) SAN ZENO-SANT’ANASTASIA, ARMA PINDEMONTE, NOGAROLA (fotografata il 22 Luglio 2011).

La foto 1 è stata da me scattata nei chiostri di San Zeno, le foto 2-3-4 in Sant’Anastasia (quarto altare a destra) e, come nota giustamente il De Betta, in questo stemma “l’albero è però a ombrello”. Nell’epigrafe, si segnala la data del restauro, 1777, pochi anni prima che, stando al Crollalanza (Dizionario), la famiglia venisse “aggregata al patriziato veneto”, cosa c...he avvenne nel 1782. Il De Betta segnala poi altro stemma Pindemonte nel corridoio della chiesa dei Filippini, dedicata a Carlo Pindemonte; un altro sotto il decimo arco del cortile della chiesa di Sant’Eufemia e uno dei Pindemonte Moscardo nel cimitero monumentale. Le foto 5-6 riguardano lo stemma di Isotta Nogarola Pindemonti, (presente sempre in Sant’Anastasia) “celebre poetessa e letterata […] che è una delle più belle glorie di Verona” (Crollalanza. L’autore indica nel X secolo la data di approdo della famiglia in quel di Verona, famiglia di origini –sempre stando a quanto da lui scritto- francesi). Nell’Armerista Veronese del già citato De Betta, si riportano gli smalti, tratti dal manoscritto del Gianfilippi: per i Pindemonte, rosso il campo, il monte e il pino verdi, quest’ultimo, secondo il Crollalanza –che vuole la famiglia in questione, di origine pistoiese-, fruttato d’oro. Per i Nogarola il Crollalanza medesimo restituisce un d’azzurro a tre bande merlate d’oro. Nella foto 7, tratta dall’ Insignia Nobilium Veronensium Vicentinorum, (BSB cod. 276) si nota che gli smalti vengono rispettati, ma anche che ai Nogarola si attribuiscono tre bande d’oro sì, ma doppiomerlate.








 





 

mercoledì 10 giugno 2015

STEMMI IN VERONA: 3) SAN ZENO, ARMA FARFUZOLA, FARFUSOLA, FARFUSCOLA (fotografata il 22 Luglio 2011)




Ecco uno stemma che mi piace tantissimo.
Il De Betta (DE BETTA O., Armerista veronese, , a cura di G. G. Sartor, Jago ed., Negrar 2014, pag. 85) lo colloca “su una lapide sotto ad uno dei sarcofaghi del cortile di S. Zeno”, e là sta tuttora, inciso “in pietra rilevata, assai antica”. È lo stemma di Michele Farfuzola, che G. B. Crollalanza (Dizionario Storico-Blasonico…, Pi...sa 1888) vuole “Farfusola”. Io leggo Michaelis Farfuscole e apprendo che fosse Notarii et Causidici, rappresentante quindi, in giudizio, una delle parti, ma distintamente dall’avvocato (e infatti avvocato, il causidico, non era). Dal Crollalanza (riportato dal De Betta) conosciamo anche gli smalti: “D’oro a quattro fasce ondate di nero, con la banda trinciata d’oro e d’azzurro, attraversante sul tutto” (il nostro esemplare restituisce piuttosto un fasciato nebuloso minuto, alla banda trinciata attraversante). L’autore dell’armerista veronese testimonia anche di un blasone del Gianfilippi (ms “Arme e stemmi della Città di Verona”, di cui il De Betta possedeva una copia, redatta da lui stesso come un’altra donata alla Biblioteca di Verona) che restituiva una banda trinciata d’oro e d’azzurro, accompagnata (diremmo accostata) da quattro bande nebulose d’oro. Corretto o meno che fosse questa descrizione (relativa a esemplari diversi dal nostro, questo è sicuro) si sarà notato che in essa manca comunque la precisazione dello smalto del campo… Il De Betta la classifica come errata senza mezzi termini, sostenendo che il Verza (ms Raccolta di armi delle famiglie veronesi…) dà un blasone del tutto simile a quello del Crollalanza. Da parte mia, posso asserire con certezza soltanto che A) questo stemma, ripeto, mi piace proprio; B) è un’occasione non così frequente di vedere pezze (in questo caso una banda) con delle partizioni al loro interno; C) la pianta e il vaso da 20 kg piazzato sopra la lapide, che mi ha costretto a scattare foto separate dell’epigrafe, può tranquillamente essere giudicata come non coeva dello stemma (dedicato all’animaccia di tutti quelli che piazzano vasi, sedie, tappeti arrotolati e stampe di papa Giovanni in plastica a rilievo, su stemmi antichi).

martedì 2 giugno 2015

In attesa di poter produrre il prossimo post, voglio ringraziare qui tutti coloro i quali mi aiutano nella mia passione, inviandomi fotografie di stemmi da ogni dove. Ormai è un contagio e ne sono contento e commosso. Grazie. Un grazie speciale come sempre e per sempre a Maurizio Carlo Alberto Gorra, per ogni singolo istante che mi ha dedicato e dedica (qualche miliardo di istanti).