sabato 23 giugno 2018




Mi fa piacere fare da tramite segnalando un incontro araldico che si terrà in Caprarola Il 29 Giugno 2018 alle 17:00 presso il Palazzo della Cultura, a cura di MAURIZIO CARLO ALBERTO GORRA, dall’invitante titolo: La “fortunazza” del giglio. I Farnese e l’araldica. Chi può non manchi.



giovedì 14 giugno 2018


SAN FRANCESCO, BRESCIA: CHIOSTRO (foto del 10 Ottobre 2013)



STEMMA PALAZZO: IL SEPOLCRO POTREBBE APPARTENERE AD UN FIGLIO DI GERONE, CITATO DALLO SPRETI A PAG. 435, VOL VII, DELLA SUA ENCICLOPEDIA?



Come promesso inizio una breve rassegna di stemmi bresciani, fotografati cinque anni fa circa, nel chiostro di San Francesco. Sono certamente gli stemmi più antichi che io abbia fotografato, almeno in area settentrionale. Di uno di loro (il più datato di tutti) ho fugacemente accennato in altro post di qualche anno fa, ma conto di tornarci con più approfonditamente in quest’occasione. 
Iniziamo dallo STEMMA PALAZZO. Quello da me immortalato è un palato (composto dai classici, e pertanto da non blasonare, sei pezzi), ma stando a varie enciclopedie e stemmari vi sono anche versioni con tre pali rossi in campo oro e con il capo dell’impero: abbiamo tutti imparato a considerare come fisiologiche queste varianti; tutti tranne alcuni che continuano ad affannarsi (spiace per loro) nel considerarle portatrici di chissà quali arcani. Sarà bene invece notare la funzione parlante dei PALi.

I PALAZZO sono una delle più potenti e antiche famiglie bresciane. Insondabili come sempre le “pretensioni” di origine, che parlano in questo caso di un Corrado, conte di Palazzo, commissario di Berengario del Friuli contro gli Ungari nel 902, e di un suo figlio, Federico, che contro lo stesso Berengario congiurò.          
Il capostipite certo o quasi pare essere Ottone (1150) padre di Giovanni, che fu vescovo di Brescia dal 1195 al 1212 (Della Corte, Armerista. Tutte le altre notizie storiche precedenti o seguenti sono tratte dall’Enciclopedia dello Spreti, Vol. VII). Un fratello del prelato, Biatta, fu guerriero nella da noi famosa battaglia di Costa Volpino del 1191. Biatta era castellano di Rudiano e fu tale il suo impeto in battaglia contro Bergamaschi e Cremonesi che finì per rovesciare e conquistare il Carroccio di questi ultimi. Se non ricordo male, ho letto anni fa e altrove che il trofeo fece bella mostra di sé per secoli in Broletto (cito a memoria, potrei sbagliare). Un altro figlio di Ottone, Corrado, sconfisse da podestà di Verona, Ezzelino da Romano nella battaglia di presso Ponte Alto di Vicenza (1212). Un omonimo figlio di questi (e quindi Ottone gli era nonno) fu Corrado (II), podestà di Piacenza, citato da Dante (Purgatorio XVI). Altro figlio di Corrado (I) fu Bartolomeo (spunta a questo punto uno dei nomi che compare sulla tomba in questione) e un altro ancora fu Ottone, che ebbe come figlio Zirone e siamo intorno agli anni 70 del ‘200. Lo Spreti, degna di nota un solo figlio di quest’ultimo, vale a dire Guglielmo (da cui discendono altri personaggi legati ai Visconti, Malatesta, ecc.). Ma potrebbe il Zirone citato nella tomba essere proprio quello citato dal testo dello Spreti e potrebbe, il sepolcro, appartenere ad un Bartolomeo, suo figlio (figlio del Dominus Gerone De Palacio) morto precocemente il 26 Settembre del 1300?