giovedì 14 luglio 2016

STEMMARIO TRENTINO- ARCO (TN) SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE.  5 DI 5 (CONTI D’ARCO




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Oltre allo stemma dei conti d’Arco già incontrato in post 4 di 4 datato 21 Giugno 2016 (qui riporto la foto, si veda l’immagine n. 1) che contempla il solo arco posto in palo con la corda in sinistra araldica (d’oro, all’arco d’azzurro, come illustra  il Rauzi nel suo Araldica Tridentina, pag. 21, ma non so su quali basi), è possibile visionare, collocato sulla sommità dell’altare maggiore (foto 2-3-4) all’interno del santuario in questione (foto 5), anche altra arma utilizzata dalla famiglia e cioè l’inquartato composto nel 1° e nel 4° da un fusato in sbarra; nel 2° e nel 3° da tre archi posti in fascia l’uno sull’altro. Il Rauzi inverte gli smalti rispetto a quanto lui stesso riproduce relativamente al primo stemma e mostra un d’azzurro a tre archi d’oro, posti in fascia l’uno sull’altro, mentre il Crollalanza lo contraddice “ribaltando” la cromia e parlando di “d’oro a tre archi d’azzurro con le corde volte all’ingiù, uno sopra l’altro”, confermando quindi la stessa disposizione di smalti dell’arma con il solo arco posto in palo. Per quanto riguarda l’inquartato, il Rauzi tace di quello che qui propongo ma ne riproduce in fotografia uno “identico” che compare in piazza tre novembre ad Arco (acromo pure lui) mentre il Crollalanza non ne parla proprio. Eppure sia uno che l’altro autore indicano probabilmente il “perché” di questo tributo “bavarese” (o almeno così la vedo io. Se fosse corretta la mia interpretazione il fusato sarebbe quindi d’argento e d’azzurro) posto nei quarti più importanti. In “Araldica Tridentina” si dice che “secondo certi storiografi gli Arco deriverebbero dai bavaresi signori di Bogen (o Hocbogen), venuti ad Arco dalla Baviera” e ebbero in feudo dal vescovo tridentino la rocca da cui poi presero il nome.  L’autore pone però il dubbio se sia più veritiera questa versione o quella che preveda più semplicemente gli Arco originari del luogo. Il Crollalanza invece dà per certa la provenienza bavarese degli Arco che lui chiama “di Mantova”, indicando nel 1124 la data in cui si stabilirono in Italia. Indica che fu Federico II (e non il vescovo come invece vuole il Rauzi) a dichiararli conti d’Arco. Nel 1484 ottennero la cittadinanza di Mantova. Poi, con una …piroetta cronologica afferma che si divisero in due rami, “fiorenti tuttora” l’uno in Baviera e l’altro in Mantova.  

martedì 12 luglio 2016

PORCELLAGA-PORTULACA (BS)
Da qualche settimana ospito nel mio giardino la piantina di cui in foto 1. La "portulaca" come tutti gli appassionati bresciani di araldica sanno, compare nello stemma della famiglia Porcellaga. Il richiamo parlante mi era sempre parso un po' "mal riuscito", prima di sapere che detta pianta è chiamata anche Porcellana e nei vari dialetti "purselana", "purcacchia", "purcacc" ecc. fino al brescianissimo "porselana" o (eccoci) "porselaga". Di contro il Crollalanza nel suo dizionario ci informa che la famiglia Porcellaga era chiamata anche Portij, il che curiosamente richiama il nome latino ufficiale del vegetale, in quanto "portulaca" significa "portula, piccola porta". La foto 2 è tratta dal Ms FVIII7 (compilato dal Gelmini a metà '800) conservato presso la Biblioteca Civica Queriniana di Brescia (pag. 220- "d'oro alla pianticella di portulaca di verde negli esemplari dotati di smalti).

domenica 10 luglio 2016

Sulla pagina facebook "parallela" a questo blog, dal titolo "Il caffè Araldico". nasceva, dai commenti pubblcaiti relativamente al post  datato 6 Luglio, (in cui davo notizia di una pubblicazione di mio articolo su academia.edu, post ovviamente consultabile anche qui nei "Quaderni" nella stessa data) un interessante discussione riguardo ad un altro "orrore" araldico figlio di questa sventurata epoca e cioè quello perpetrato dal Comune di Brescia che, apparentemente senza motivo, ha deciso per un'inversione cromatica dello storico e antichissimo stemma comunale, che passa così dall'essere d'azzurro in campo argento a d'argento in campo azzurro... . Ho deciso pertanto di riportare qui di seguito tutti i commenti e gli autori degli stessi in modo da dare contezza di tutta la vicenda, nonché di postare di seguito un mio nuovo post (e relativi commenti che eventualmente arriveranno in seguito) nel quale ipotizzo un'origine a tale "fraintendimento" operato dal Comune. Per fare ciò sono andato a rispolverare un mio scritto di cinque anni fa, in cui già facevo notare un'inversione cromatica dello stemma comunale di Brescia (e di quello salodiano) addirittura nel gonfalone presente nella Sala Consiliare. Che sia nato da lì tutto l'equivoco?

Pubblicazione articolo su Academia.edu.
Alzi la mano chi non si sia sentito dire che lo stemma di Brescia contenga una leonessa. Il tenace equivoco compare insospettabilmente anche in occasioni "colte", ed è perpetuato anche da figure che godono di fama (peraltro meritata, non c'è che dire)nell'ambito della cultura locale e non solo. Ne do conto nel mio ultimo breve articolo (sette pagine in tutto) che ho appena pubblicato su academia.edu, intitolato La leonessa che ha per stemma un leone - equivoci di "genere" relativi all'arma civica di Brescia. Seguendo uno di questi "errori sono finito lontano, sulle tracce di un libraio originario di Navono (Pertica Alta, BS), apprezzato in quel di Venezia. Chi vorrà leggere, potrà verificare, come detto, quanto si faccia fatica a cancellare questo misunderstanding, da dove esso tragga origine, e ovviamente altro.
Chi vuole troverà l'articolo qui: https://www.academia.edu/…/La_leonessa_che_ha_per_stemma_un…
Ringrazio di cuore (e lo faccio anche nell'articolo, come giusto e ovvio)Chiaretta Corinti, per avermi segnalato e inviato un articolo fondamentale per la parte più interessante del mio breve lavoro.
Equivoci di " genere " relativi all'arma civica di Brescia
ACADEMIA.EDU
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Commenti
Roberto Bicci Bravo Fabio Bianchetti! Purtroppo adesso ci troviamo anche a dover fronteggiare l'inversione di colori operata dal Comune di Brescia per lo stemma usato come "logo" (vedi p.es. sui pali dell'illuminazione pubblica!!!). P.S.: in luogo di"misunderstanding" proporrei un italianissimo "malinteso"
Alessandro Savorelli la tua è una chiara posizione sessista e misogina. sarai sbattuto in prima pagina dalle femministe, occhio.
Fabio Bianchetti sigh ...lo sospettavo ...e se iniziassi una conferenza salutando i ybresciani con ciao a tutti e tutte, leoni e leone dibrescia?

Marco Foppoli Sono quasi due anni che sto informando la Loggia scrivendo al Sindaco Del Bono, Vice Sindaco e ASSESSORE ALLA CULTURA Castelletti, i gruppi consiliari dell'assurdo errore a cui accenna Roberto, con cui hanno innondato la Città di stemmi civici sbagliati con gli smalti invertiti, un mai visto "leone bianco in campo azzurro"! Per loro quello è un "logotipo semplificato" di cui, a quanto pare, è lecito cambiare i colori. Solo ieri ho inviato una nuova comunicazione circostnaziata e precisa al Dott. Brambilla Direttore Generale del Comune con cui do conto dell'errore invitando l'amministrazione a correggerlo. Se non vi saranno novità credo che come araldisti e vessillologi bresciani dovremmo riunire le forze tramite i media locali per informare i cittadini dell'errore e ribadire l'ovvietà che nessuno in 700 anni ha modificato lo stemma di Brescia e non è certo l'Amministrazione pro tempore Del Bono che oggi ha l'autorità per farlo. Rimettessero lo stemma giusto.

Marco Foppoli Questo lo stemma sbagliato usato su tutti i documenti della Loggia, anche la carta intestata del Sindaco  e diffuso a pioggia in tutti gli spazi pubblici della Cittàhttps://www.facebook.com/Comune.Brescia.it/photos/a.391962927604465.1073741830.199856520148441/608024285998327/?type=3&theater
Fabio Bianchetti grazie marco io sono pronto nel mio piccolo ad ogni iniziativa per eliminare questo orrore storico. una domanda...perché. invertire i colori dovrebbe risultare "semplificazione" del "logotipo"??? maaah ...comunque è colpa dei nostri padri che non avevano previsto come uno stemma con campo argento non sarebbe risultato sui cartelli stradali o carte parimenti bianchi. propongo leone d"oro on campo rosso per la prossima...
Marco Foppoli Il perchè non lo dicono. Neppure sul "Manuale di Identità visiva" che mi è stato inviato dal Comune è spesa una parola per giustificare la variazione di ciò che è INTANGIBILE. Vediamo se e cosa mi risponderà il Dott. Brambilla.
Alessandro Savorelli Certo che il «Dr. Brambilla» - detto così - sembra un personaggio comico.
Fabio Bianchetti ti prego di farci sapere la risposta del dutur su questi schermi, se ti va. grazie in anticipo Marco.
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INVERSIONE DEGLI SMALTI NELLO STEMMA DI BRESCIA: Marco Foppoli Alessandro Savorelli Roberto Bicci. Rimando a quanto sviluppato nei commenti al mio post del 6 Luglio scorso delle 22:03:
Questa storia dell'inversione cromatica del leone bresciano e relativo campo dello scudo mi ha ronzato nelle orecchie per parecchi giorni fino a quando mi sono ricordato del perché: nel lontano 2011, scrivevo queste cose a commento di una foto dello stemma della Provincia presente nel gonfalone ufficiale posto nella Sala del Consiglio per vedere la quale si dovrà aprire il link posto qui a fine testo (PAGINA 34): premesso che non so se sia la foto medesima a falsare tutti i colori dei quarti dell'arma o se essi siano messi male di loro nell'originale, sta di fatto che mi pare proprio (anche a distanza di cinque anni) che lo stemma di Salò (ultimo quarto) e quello di Brescia (scudetto sul tutto) siano "ribaltati" cromaticamente. Voi che ne pensate: mio abbaglio dovuto a scarsa qualità della foto o IL PROBLEMA DELL'ATTUALE ORRORE ARALDICO BRESCIANO POTREBBE VENIRE DA LONTANO O MEGLIO DAL GONFALONE POSTO NELLA SALA CONSILIARE (sebbene relativo allo stemma della "Provincia" e non del Comune)?
Ecco il mio testo del 2010 e il link a cui poter visionare la foto (non è scaricabile direttamente in quanto coperta da diritti d'autore).
"A pag. 33 si nota come negli affreschi riportanti gli stemmi in maniera separata, i felini bresciani e salodiani rispettino i consueti smalti araldici e così anche nelle riproduzioni dello stemma provinciale presenti nelle due pp. successive; mentre nella foto di pessima qualità di p. 34 che secondo la didascalia riproduce il gonfalone della Provincia conservato nella Sala del Consiglio Provinciale in una teca di vetro, si nota una clamorosa (visto tra l’altro che si dovrebbe trattare del gonfalone ufficiale) inversione dei colori tra i due leoni: Nel quarto quarto lo stemma di Salò è: d’argento al leone d’azzurro (come il bresciano!), tenente con le branche anteriori un ramoscello d’ulivo, di verde, anziché il consueto leone argento in campo azzurro; mentre sul «tutto», viceversa, l’arma bresciana è d’azzurro al leone d’argento, come invece di consueto è la fiera salodiana . Immaginiamo che vi sia una spiegazione più che plausibile per tutta questa vicenda, per questo ci sarebbe piaciuto leggerne, in un’opera dedicata totalmente o quasi all’insegna in questione."


Alessandro Savorelli Mi pare palusibile, anche se quell'inversione è proprio una rarità.