mercoledì 18 aprile 2018

SEGNALO DUE CONFERENZE DI MAURIZIO CARLO ALBERTO GORRA IN QUEL DI
CAPRAROLA VT IL 18 MAGGIO E IL 29 GIUGNO 2018 ALLE ORE 17. SEGUIRANNO LE LOCANDINE SPECIFICHE DEI DUE EVENTI CHE UTILIZZERO' COME "PRO-MEMORIA" IN PERIODI PIU' VICINI ALLE DATE IN QUESTIONE.
La prima conferenza avrà un taglio introduttivo, e sarà dedicata a un'introduzione alla materia, con particolare riferimento ad esemplari notevoli di araldica locale.
La seconda, più specialistica, verterà sugli stemmi della famiglia Farnese e prenderà spunto dai molti e rilevanti esempi riscontrabili nel celebre Palazzo farnesiano che è il principale monumento di Caprarola, e costituirà l'ideale seguito di una pregressa conferenza che l'autore tenne qualche anno fa a Nepi, altra località del Viterbese già facente parte dei domini della celebre famiglia.

domenica 15 aprile 2018


VERONA  CIMITERO MONUMENTALE LATO INGENIO CLARIS (FOTO DEL 20 FEBBRAIO 2018): 18) BRENZONI DALLE STELLE // SAN FERMO (VR): BRENZONI DAL LEONE // LAVENONE (VALLESABBIA –BS): BRENZONI DEL LEONE?



Arriviamo nel nostro tour cimiteriale al monumento di di Paolo ed Antonio Brenzoni (dal cimitero di San Bernardino, come avvisa l’iscrizione medesima foto 1-4). Iniziamo dicendo che il De Betta con eccesso di zelo annota come in questo reperto le stelle siano “erroneamente ordinate in fascia” anziché male ordinate. Non è vero: esse sono correttamente riprodotte. Tale arma mi permette di affrontare un dubbio che mi accompagna da anni. Prima però  occorre passare da San Fermo (foto 5-6-7,  un’anticipazione rispetto alla carrellata generale di stemmi veronesi che prevede appunto la rassegna di armi presenti in San Fermo, dopo aver concluso quella relativa al Duomo, iniziata qualche tempo fa) dove si trova arma di altro ramo della famiglia Brenzoni: quello “dal leone”: esiste stemma (da me fotografato ormai cinque anni fa foto 9-10) del tutto simile in quel di Lavenone, a due chilometri da dove abito, in piena Valle Sabbia e quindi quasi al confine tra Bresciano e Trentino. Si tratta della stessa famiglia? Va notato che una mia rapidissima ricerca, risalente al 2014, nell’archivio parrocchiale di Lavenone non ha messo in luce presenza di tale nome nel paese valsabbino, ma si è trattato, per l’appunto, di una consultazione talmente veloce da non fare assolutamente testo. In più, l’arma potrebbe provenire da qualche acquisto o trasporto da zone forestiere: in questo caso però tale acquisto o trasporto riguarderebbe l’intero portale in quanto esso appare coerente con l’arma stessa (così come a quello al suo fianco, privo di rimandi araldici, foto 8). Di certo è che la mia ipotesi non derivi da ignoranza di qualche stemma di famiglia bresciana: Lo Stefani, nel suo recentissimo Araldica benacense e Valsabbina, inserisce il manufatto in questione tra i “Blasoni non identificati” (I, pag. 195 e disegno 227), mentre tutti gli altri stemmari tacciono. La famiglia proveniva da Brenzone sul Garda ed era conosciuta come De Rangonis de Brenzono, almeno inizialmente. Gravitò poi nella città di Verona, ma anche in zone più vicine al Bresciano (Peschiera, Campione. Un Antonio era di Lazise, nel 1860. Maggiori informazioni su http://www.iagiforum.info/viewtopic.php?f=1&t=15070&p=176272&hilit=brenzoni#p176272 dove nel 2012 proponevo l’argomento con nickname Sorante). Dei Brenzona, anche il BSB COD. (foto 11) dà conto, rivelandone gli smalti. In questa versione inoltre, viene restituito un leopardo (ma, viste le caratteristiche “fisiche” parlerei di un leone con la testa in maestà) anziché un leone illeopardito.

Integrazione: in Famiglie e stemmi della Valtrompia di Carlo Sabatti, a pag. 401 si nota chiaramente un'arma del tutto identica  (eccezion fatta per il fatto che tutto lo stemma risulta "abbassato" sotto a un capo dell'impero, ma si sa come questa pezza possa spesso essere contemporaneamente assente  e presente nel patrimonio araldico di una medesima famiglia)a quella di qui si parla relativamente ai Brenzoni. E' l'arma Rusca, famiglia di cui il testo citato non dà altre notizie (18 Febbraio 2021, 18:05)















domenica 8 aprile 2018



VERONA  CIMITERO MONUMENTALE LATO INGENIO CLARIS (FOTO DEL 20 FEBBRAIO 2018): 15 FRANCHINI - 16) BALLADORO - 17) PINDEMONTI-MOSCARDO


15 FRANCHINI (FOTO 1-2)

Il De Betta dà numerose versioni dello stemma FRANCHINI, tutti troncati e un bandato in cui compaiono aquile bande e leoni come in quello fotografato da me. Ma l’autore riporta anche un inquartato del tutto identico a quest’ultimo e questo è attribuito al Nobile Antonio Franchini (nel primo quarto il De Betta descrive due bande, che nella mia foto sono tre con un leone attraversante; nel secondo un’aquila coronata, confermata dall’arma del cimitero; nel terzo una stranissima sbarra doppiomerlata piegata in fascia all’altezza dell’ombelico dello scudo*; nel quarto un sinostrocherio reciso impugnante una mazza posta in sbarra. * Pensavo ad un errore esecutivo nel monumento cimiteriale ma invece questa strana pezza è confermata dal decreto ministeriale del 1896 riportato dal De Betta. Anzi: nel testimone da me fotografato le direttive di tale decreto sono riportate in maniera assai più diligente rispetto all’altro stemma attribuito ad Antonio, riportato dal De Betta come presente nel cortile di San Bernardino e risalente al 1820. Si noti che invece il presente stemma del Cimitero veronese NON è riportato dall’autore, ma che il nome di Antonio (data 1836) è proprio quello che compare per primo a sinistra dell’arma in questione. Il De Betta cita anche il Reistap che per i Franchini di Verona dà descrizione diversa: Franchini Vérone - D'azur à un avant-bras posé en pal paré d'or issant de flammes de gueules la main de carnation empoignant une boule d'argent le tout soutenu d'un tertre de trois coupeaux de sinople (http://www.euraldic.com/lasu/bl/bl_f_ra.html.

16) BALLADORO (FOTO 3-4)

Né bisanti né torte: Il De Betta e tutti gli altri sentenziano trattarsi di parlanti palle. D’oro ovviamente… (Chi dice che il campo sia d’azzurro e la fascia rossa; chi dice che la fascia sia d’oro come le palle, il tutto in campo rosso).

17) ANTONINI? - PINDEMONTI MOSCARDO – GRIMANI – POLFRANCESCHI (FOTO 5-14)

Qui  le cose si complicano assai: il De Betta cita il monumento funebre (foto 2-3)per quanto riguarda lo stemma Pindemonte Moscardo [“Partito: il 1° al pino sostenuto da una terrazza che è dei Pindemonti,  il 2° alla torre ritorricellata (non lo è) sostenuta da una terrazza con due uccelletti affrontati sulla cima della seconda torre che è dei Moscardo. In bronzo rilevato sul monumento del Cimitero Monumentale”] (foto 4-8), ma, pur citandolo,  non spiega minimamente la presenza dello stemma Grimani con tanto di corno dogale (foto 9-10) e neppure l’altro stemma simmetricamente posto a quello Grimani, cioè quello dei Polfranceschi (foto 5-6-7, citato anche quello, ma come detto senza darne spiegazione. Il Calendario d’oro riportato dal De Betta  pare confermare grossomodo gli smalti tratteggiati nel monumento, ma 2° e 3° campo risultano invertiti). Né spiega la scritta Antonini presente sul monumento e sulla piastra posta ai suoi piedi (foto 2-1), anzi nessuna famiglia con tale nome è citata dal De Betta stesso. Ricapitolando: nel monumento Pindemonti-Moscardo, compaiono l’arma di queste due famiglie (unita in partito), l’arma Grimani, l’arma Polfranceschi e la scritta Antonini (famiglia manco citata in assoluto dal De Betta). Un bel mazzo di rebus tutti insieme. Se qualcuno sapesse risolverli si faccia avanti.