martedì 30 agosto 2016

STEMMI IN VERONA 14) PRIMO STEMMA DA SANT’ANASTASIA  GALEAZZO BANDA CONTE DI SANGUINETTO (fotografato il 22 Luglio 2011).
Riprendiamo la rassegna di stemmi in Verona (ci eravamo interrotti il 19 maggio scorso, con l’ultimo da me fotografato in San Zeno), in attesa che almeno la prima parte della considerevole massa di stemmi “catturati” a fine Luglio scorso tra Castelluccio, Norcia, Spoleto, Todi, Perugia e Cortona (e di cui accennavo in un post di inizio Agosto), sia classificata. Quello che qui s intravvede è, stando al De Betta, lo stemma di Galeazzo Banda conte di Sanguinetto. E’ un inquartato che carica nel primo e nel quarto quarto un controinquartato di Gerusalemme, Lusignano, Armenia e Lussemburgo (il De Betta parla pure lui di controinquartato ma poi descrive solo tre quarti: a) Gerusalemme, b) Lusignano, c) Lussemburgo. Dagli approssimativi blasoni si coglie come l’autore non solo dimentichi il quarto di Armenia, ma assegni quest’ultimo al Lussemburgo), mentre, nel secondo e nel terzo quarto, quello che pare un volto di Giano Bifronte.  E’ l’arma, come detto, dei Banda. Il De Betta conclude testualmente che lo stemma presente nel secondo e terzo quarto è uguale “a quello descritto dei Banda a pag. 34 però senza la banda (!!)” (De Betta, cit. pag. 36). In realtà il testimone esaminato dall’araldista è altro rispetto a quello che qui propongo (ma questo allora perché non è stato da lui menzionato?). Infatti egli afferma che lo stemma di Galeazzo Banda si vede sul sarcofago di Cavalcano Cavalcani posto in Sant’Eufemia (Il Cavalcani era cognato di Banda de Bandis dice l’autore, ma allora lo stemma inciso sul sepolcro del primo non dovrebbe essere di quest’ultimo, anziché di Galeazzo, certamente prevedendo il fatto che le due armi potrebbero comunque essere identiche?). La possibilità di un trasferimento del sarcofago da Sant’Eufemia a Sant’Anastasia è da escludere (infatti qui viene dato tuttora nella prima delle due chiese citate http://www.veronalive.it/primo-piano/archivio/44205-luoghi-scaligeri-desueti-di-verona---2.html¸   https://www.academia.edu/8815736/Tombe_di_uomini_eccellenti_dalla_fine_del_XIII_alla_prima_met%C3%A0_del_XV_secolo_). Comunque, come in quella di Sant’Eufemia, anche nell’arma da me fotografata all’esterno di Sant’Anastasia pare che l’unico elemento parlante, cioè la banda, sia inesistente, pur se lo stato dello stemma non consente, almeno a me, verifiche minuziose. Nonostante le pessime foto dell’epigrafe (ma il sarcofago è posto all’esterno e il sole era accecante senza possibilità di vedere cosa si stesse fotografando, e poi considerate l’inesperienza…) questa mi pare possa essere direttamente la tomba di Galeatius de Bandis. Proverò ad approfondire la cosa, a meno che qualcuno dei lettori non voglia contribuire con quel che sa.

Per l’arma di questa famiglia l’autore riporta varie descrizioni. Noi citiamo quella del Crollalanza che (non riporto letteralmente il suo blasone) parla di un d’azzurro, alla banda d’oro, al busto di Giano, di carnagione e attraversante la pezza, vestito da un manto di rosso, foderato d’armellino, ad un palo diminuito di rosso posto tra le teste. Sempre nell’Armerista Veronese si dice che il primo e quarto quarto derivino dal privilegio concesso ai banda da Caterina regina di Cipro (XV secolo, quindi, se non erro). Dal Crollalanza invece apprendiamo che il titolo di Conti di Sanguinetto fu assegnato dalla Repubblica Veneta, ai figli di un Andrea (operante nel 1445) che sposò Soncina Martinengo e grazie alla quale, appunto, entrò in possesso del castello di Sanguinetto. Di un Galeazzo afferma che, insieme in entrambi i casi ad un Daniele, fu legato a Cornelio vescovo di Verona nel 1504, e prefetto del Benaco nel 1509.