lunedì 12 maggio 2014

PELIZZARI-VINGI: AGGIORNAMENTO-SECONDA E ULTIMA PARTE: LA QUESTIONE DEL TERMINE "VINGI": SOPRANNOME FAMILIARE O PERSONALE?
Vi è poi da risolvere la questione, ben più importante e assai più interessante dal punto di vista araldico e di cultura generale: Il termine “Vingi”, può essere considerato un soprannome familiare storico, al pari di tantissimi altri che sin dalle prime registrazioni cinquecentesche compaiono puntualmente (se non con precisione matematica) negli atti di nascita, matrimonio e morte di centinaia di soggetti e che, in alcuni casi, sono tuttora perduranti a livello di trasmissione orale? Credevamo di sì, ma se dovessimo basarci su quanto ritrovato (o meglio: non ritrovato) durante le nostre ricerche, dovremmo ora rispondere di no. Il termine in questione, infatti, si ritrova, con nostra grande sorpresa, soltanto in due atti di morte di altrettanti cugini, morti a distanza di due giorni, nei primi anni del Novecento. E poi il nulla, né dopo, né nei quasi cinquecento anni di atti precedenti, consultabili nell’anagrafe parrocchiale. E questo, ribadiamo, mentre altri soprannomi familiari danno traccia di sé costantemente in tutto questo enorme lasso di tempo. Ci verrebbe da concludere come “Vingi” non fosse, almeno in origine, che un soprannome personale dei due cugini summenzionati, introdotto quindi soltanto in tempi relativamente recenti. Il fatto poi che esso compaia (“suddiviso” in “Vingio de sura”, in un caso, e “Vingio de sot” in un altro) soltanto nell’atto di morte dei due soggetti, potrebbe avvalorare l’ipotesi di nomignolo personale “ereditato” durante la loro vita, e quindi inesistente all’epoca della loro nascita e, stando agli atti cartacei, anche a quella dei rispettivi matrimoni (o se già esistente in questo secondo caso, ritenuto irrilevante, al contrario dei soprannomi familiari sempre considerati importantissimi e per questo quasi costantemente specificati). Ulteriore conferma potrebbe venire dal fatto che in una delle due registrazioni di morte, quella della persona denominata “Vingio de sot”, compaia tra parentesi anche un altro “soprannome”, vale a dire “Zanì”. Ma se è pur vero che tale secondo soprannome si ritrova spesso in altre registrazioni come soprannome familiare, va anche aggiunto come esso riguardi il cognome Rizzardi, non presente nel ramo ascendente del soggetto, e non Pelizzari, e che quindi in questo caso potrebbe essere stato utilizzato come ulteriore soprannome personale (o riferentesi magari all’ascendenza materna: i Laffranchi di Bione). In aggiunta e conclusione si potrà poi annotare come sia curioso che “Vingio”, sdoppiato in “de Sura” e “de Sot”, riguardi sì due cugini (e come detto, nessun avo o discendente di questi), morti praticamente nello stesso momento, ma non sia mai abbinato ad un fratello di uno dei due (esattamente di quello soprannominato “Vingio de Sura”), nato nove anni prima e deceduto tredici anni dopo di lui e di cui abbiamo seguito la linea discendente, né ancora (almeno negli atti di nascita) ad alcuno dei restanti otto fratelli.
Questo il quadro che si può trarre dall’esame degli atti presenti nell’archivio storico parrocchiale di Idro. Naturalmente, spuntasse fuori altra documentazione, magari più antica, che attestasse come “Vingi” fosse un epiteto utilizzato in maniera diffusa in atti riferentesi a persone diverse, si dovrebbe ammettere che tale termine fosse utilizzato per identificare un intero ramo familiare. In fondo, tale evenienza sarebbe la più logica da supporre, stante la persistente e a noi contemporanea memoria “orale” del termine e la presenza massiccia di antenati dei due “Vingi” recanti il nome di Virgilio/Virginio (uno di essi era pure il padre/zio dei due cugini di cui qui si è trattato), se si voglia ammettere per un attimo la dipendenza del nomignolo da tale nome di battesimo*. In questo caso quindi, le nostre considerazioni dovrebbero essere cassate ed essere ritenute non valide nelle conclusioni. Ma rimarrebbero come “spia” di una pratica –quella cioè della puntuale registrazione nelle trascrizioni anagrafiche da fine Cinquecento sino quasi ai nostri giorni, dei soprannomi familiari- che in questo caso sarebbe stata sistematicamente disattesa con motivazioni per noi del tutto inspiegabili e sconosciute, nonché in piena controtendenza con l’uso generale.
*Segnaliamo la presenza in Idro, per breve periodo, del cognome Vengien/Vangien. Poiché è comprovato che esso nulla abbia a che fare con quello dei Pelizzari, l’accostamento Vengien/Vingi andrebbe ben oltre l’azzardo e sviscerare ipotesi che potessero in qualche modo giustificarlo, sarebbe esercizio del tutto gratuito e privo di fondamento scientifico.
Nelle foto: i documenti genealogici da me approntati al termine della ricerca di archivio effettuata da Marzo a Maggio 2014. (in uno di essi, in verde, si può intravvedere la scritta Vingio de sura e Vingio de sot, riferita ai due cugini (e solo a loro) di cui si parla nel testo.









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