sabato 11 aprile 2015

I CORSINI DI FIRENZE E I CORSINI BRESCIANI
Spesso mi è capitato di incontrare casi di “omonimia semplice”, vale a dire: stesso cognome e stemma diverso, o, viceversa, stesso stemma e cognome diverso. Niente di particolare, càpita e qualcuno che non si fa troppi problemi di verifica genealogica ci ha marciato spesso su: ti chiami Sforza? Beh un’aquila e un biscione (o se ti va male un leone e un ramo di cotogno) non te li si possono negare. Nella mia pur ridotta esperienza, però, mai mi era capitato un caso di omonimia doppia, vale a dire stesso cognome e stesso stemma, ovviamente a qualche centinaio di chilometro di distanza e senza che le fonti da cui io abbia tratto questa relazione, citino legami di sorta tra le due famiglie. Mi spiego. Mi è toccato, qualche settimana fa, di consultare l’opera di Carlo Sabatti (Zanetti, Brescia 2008), Famiglie e Stemmi di Valtrompia, a proposito di uno stemma Corsini, in quanto mia moglie Michela Bonardi e mia cognata Federica Bolpagni (e ringrazio entrambe per la premura) se ne erano arrivate a casa con una foto proveniente da dalla parrocchiale di Marcheno (BS) che ritraeva appunto uno stemma di tale famiglia. Lo stemma medesimo proviene dall’altare di San Pietro, che era di pertinenza di don Andrea Corsini, rettore dal 1658, il quale un ventennio più tardi promosse l’ampliamento della chiesa stessa e ottenne -un decennio dopo- il titolo di arciprebenda per la suddetta parrocchiale, dal vescovo Bartolomeo Gradenigo (Sabatti).
Qualche giorno fa ho prelevato dalla biblioteca l’opera di Marcello Vannucci Le grandi Famiglie di Firenze (Newton & Compton, Roma 1983). Incuriosito sono andato consultare la pagina sui Corsini fiorentini e grande è stata la mia sorpresa (come sempre, visto che ignoro quasi tutto) nel vedere come l’arma degli omonimi bresciani sia del tutto identica a quella della potentissima famiglia fiorentina, vale a dire un bandato d’argento e di rosso, alla fascia attraversante d’azzurro (non tengo in nessun conto possibili varianti come l’inversione degli smalti del bandato; il numero variabile delle pezze (quattro, sei, ecc.) o la mutazione del bandato medesimo in -ad esempio- d’argento, a tre bande di rosso, alla fascia attraversante d’azzurro; o la centratura -cioè la curvatura a arco- delle bande, centratura che tra l’altro di volta in volta è presente o assente sia in ambito fiorentino, sia in ambito bresciano). Lo stemma toscano ha applicazioni “sontuose”: il cardinale Lorenzo Corsini lo conservò come sua arma anche dopo essere divenuto papa (Clemente XII, 1730-1740) e lo volle sulla sommità del palazzo retrostante la Fontana di Trevi la cui edificazione iniziò per sua volontà (cfr.
http://upload.wikimedia.org/…/a3/Trevi_Fountain_Panorama.jpg e http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Clemente_XII).
Subito cercavo nel testo che parla dei ricchissimi e potenti fiorentini, agganci con il territorio bresciano, e in quello che parla dei bresciani, innesti con quello fiorentino, ma, nonostante entrambe le opere mi paiano abbastanza dettagliate, non ho avuto alcun riscontro. Gli autori non dimostrano di conoscere questo caso di doppia omonimia cognome/stemma, (ne avrebbero potuto parlare, magari per escludere altri elementi che non siano, appunto , l’omonimia medesima, o per farla notare almeno come curiosità). Credevo che gli stemmi bresciani fossero stati mutuati (diciamo pure usurpati) nel ‘700 per identità di cognome con il pontefice, ma, come visto, proprio gli stemmi che propongo sia con foto originale sia tratti dall’opera del Sabatti, sono seicenteschi e quindi precedenti all’epoca di Clemente XII.
Solo in rete ho trovato vaghi accenni al fatto che «Il cognome Corsini è molto diffuso nella città di Pistoia, dal quale poi si diramarono negli anni molti Corsini anche nel nord Italia, in particolar modo nel bresciano. A Pistoia si trovano ancora molte tracce di toponomastica Corsini, non da poco è la presenza di due piccoli borghi medievali denominati Corsini Bianchi e Corsini Neri che ergono (sic) sopra la vecchia abbazia romanica di San Michele a Pulica in località Sant'Alessio. Pistoia tende quindi, in un certo senso, a rivendicare le origini del cognome, probabilmente proveniente da un ceppo completamente indipendente da quello di Firenze. » (http://it.wikipedia.org/wiki/Corsini. La pagina cita in bibliografia due opere, una quella del Vannucci che, come detto, non riporta alcun aggancio Firenze/Brescia e non riporta questa notizia, l’altra è di Daniela Mastrogiacomo, e si inititola Le terre dei Corsini. Forse la notizia proviene da qui). Certo è che se il ramo pistoiese è “completamente indipendente” da quello fiorentino, lo sarebbe anche il derivante ramo bresciano. L’omonimia araldica pare invece dire il contrario.
Siamo di fronte ad un caso di “plagio” secolare, vista l’antichità delle due famiglie, o quanto meno di “pretensione”, di pretesa -documentata o meno, legittima o meno- da parte della schiatta bresciana (e prima pistoiese) di discendere da quella fiorentina? Qualcuno di voi, che passi di qui, ne sa qualcosa in più? Grazie.
Le fotografie sono tratte dal citato libro del Sabatti, tranne le prime due, provenienti come detto dal mio archivio (se ne riporta peraltro una identica anche nel libro appena citato).



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