sabato 27 febbraio 2016

STEMMI IN VERONA: 8) SAN ZENO STEMMA SURIANO (fotografato il 22 Luglio 2011).
Il De Betta è piuttosto lacunoso su questo stemma. Innanzitutto per la prima volta tra quelli da noi incontrati, non indica la sua ubicazione, in secondo luogo come titolare ci restituisce un Luca Francesco Suriani, mentre la targa (a noi contemporanea) attualmente collocata a fianco del sepolcro (presente in San Zeno, foto 1 e 2) segnala un abate Giacomo Suriano. Presumo comunque che l’autore dell’Armerista Veronese stia parlando dello stesso testimone, in quanto la data da lui indicata è la stessa presente nella succitata targa: 1478. Non sono presenti nel libro notizie sul personaggio, ma solo una serie di blasoni, dai quali si può evincere come l’argento e il nero siano gli smalti effettivi dell’arma e non una “semplificazione” data dall’utilizzo di pietra anziché di pigmenti. Il codice italiano di metà XVI secolo conservato nella BSB (Bayerische Staats Bibliothek, cod. icon 274, Insignia Veneta, Mantuana, Bononiensia, Anconitana, Urbinatia, Perugiensia, http://daten.digitale-sammlungen.de/…/bs…/images/index.html… conferma tale considerazione). Quindi possiamo concludere con un "troncato di nero e d’argento, alla croce ancorata dell’uno all’altro*. Il De Betta riporta blasoni che parlano di croce dell’uno nell’altro, ma questa è locuzione erronea (a chi interessasse e non ne fosse a conoscenza: dell’uno all’altro indica UNA “figura” che mutua, invertendoli, gli smalti dalle sezioni in cui è diviso un campo, attraversandole; dell’uno nell’altro indica DUE figure (non necessariamente uguali tra loro) che prendono ciascuna lo smalto appartenente alla sezione del campo opposta a quella dove esse sono collocate. In pratica se questo stemma avesse avuto DUE croci, ognuna posta in una sezione del campo e dotata di smalti opposti ad esso (la croce argento in campo nero e la croce nera in campo argento), si sarebbe potuto parlare di troncato di nero e d’argento a due croci ancorate, dell’uno nell’altro.
*Nelle nostre discussioni, Maurizio Gorra preferisce l’accezione DALL’uno all’altro, anziché DELL’uno all’altro, per indicare ulteriormente il “passaggio” di colore invertito da campo a figura.
Per le parti tratte dal libro ARMERISTA VERONESE, di Ottone De Betta (a cura di Luigi Sartor, cit: cfr. pag. 182.

3 commenti:

  1. LO STEMMA DEI CANONICI PRIMA SECOLARI E POI REGOLARI DI SAN GIORGIO IN ALGA E LO STEMMA SURIANO DA ME PROPOSTO IERI.

    AGGIUNGO QUESTO COMMENTO CHE VA LETTO ALLA LUCE DEL POST DELLO STEMMA SURIANO CHE TROVATE QUI SOTTO, POSTATO IERI 27 FEBBRAIO 2016.

    Cercando uno stemma ferrarese che nulla c'entra, come spesso accade mi sono imbattuto nello stemma dei canonici di cui sopra. Qui http://bibliotecaestense.beniculturali.it/…/i-mo-beu-alfa.t… pag. 46 (45 digitale), rimaneva il dubbio che fosse un azzurro scuro, così come qui http://www.cassiciaco.it/…/congregaz…/celestini/giorgio.html, ma qui appare nitida la tonalità nera http://www.araldicavaticana.com/ord02.htm.
    Non è il troncato che ho fotografato io, ma richiama (magari è solo omonimia araldica) la variante in inquartato che ho proposto già ieri, visibile nel codice della BSB (Bayerische Staats Bibliothek, cod. icon 274, Insignia Veneta, Mantuana, Bononiensia, Anconitana, Urbinatia, Perugiensia, Può darsi che proprio questo codice attribuisca erroneamente ai Suriano, lo stemma dei canonici? Può darsi viceversa che l'abate Suriano di cui io ho proposto la foto, abbia adottato (per motivi suoi :) ) lo stemma dei suddetti canonici? Può darsi che i due stemmi non c'entrino nulla? Io pongo domande, alle risposte poi..

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  3. Va aggiunto che lo stemma dell'ordine risale al 1605 (epoca in cui i costumi risultavano essere assai rilassati, ormai, e virati verso una vita lussuosa, con il conseguente abbandono dei principi di povertà e umiltà: la nascita di uno stemma in quel periodo, più che una coincidenza pare essere una spia) . Non so se all'epoca un SURIANO potesse essere Superiore Generale dell'ordine e decise di inserire la sua arma familiare. Stando alla cronologia, e dando per buona la dipendenza tra stemma familiare e stemma religioso, sarebbe stato il primo a generare il secondo e non viceversa.
    Ha ragione poi il De BEtta: questa è la tomba di Luca F. Suriano. La tomba dell'abate Giacomo è un'altra che non fotografai perché gli stemmi risultano essere ormai illeggibili. Poi ho fatto confusione con l'etichetta moderna. Debbo questo chiarimento agli studi di Silvia Musetti sulle epigrafi di San Zeno, che presto vedranno la luce.

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