MANO D’AQUILA NEL BRESCIANO
Innanzitutto un po’ di chiarezza
(ovviamente non a tutti necessaria) sullo stemma Malipiero: cos’è? Ho letto e
sentito di tutto, complici anche riproduzioni non certo impeccabili: da
ostensorio a “semivolo d’aquila”. Quest’ultima locuzione in realtà manco
esiste, esiste semmai il semivolo tout
court, vale a dire, in pratica, un’ala (se sono due siamo di fronte a un
“volo”, congiunto o disgiunto, a seconda se esse siano o meno unite tra loro).
Il Crollalanza in realtà, parla, per descrivere la figura di cui stiamo
trattando, di un “semivolo sostenuto da un artiglio” (Enciclopedia pag.
533-534), omettendo, e la cosa stupisce non poco, il termine specifico che oggi
(?) invece si usa, cioè “mano d’aquila”. Ecco quindi il termine corretto.
Ne usa uno la famiglia Campioni
di Siena (foto 1), o
la Beccadelli di Bologna (foto
2), ne usa uno quella Malipiero (foto 3-4). La particolare foggia della mano
d’aquila “Malipiero” (con l’ala spiegata e leggermente ritorta su se stessa, ha
indotto riproduzioni non impeccabili, e lo vedremo, le quali, come detto,
inducono alcuni a identificare la figura con uno strano ostensorio…). Per ora
aggiungo qui breve carrellata dello stemma relativo, così come è possibile
trovare negli stemmari indicati direttamente nello watermark in sovrimpressione
alle immagini. Come anticipato, presto, spero, inizierò ad approfondire,
riportando un paio di “incontri” magnificamente suggestivi per il sottoscritto.
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