venerdì 25 marzo 2016

MILANO SANT'EUSTORGIO STEMMA LODE DE FOYACI/PIETRASANTA?

Qualche tempo fa ho ricevuto da Riccardo Magnani (che ringrazio per il permesso accordato per la pubblicazione) la foto n. 1 che io ritengo assai interessante. Si tratta di uno stemma proveniente da Sant’Eustorgio in Milano, partito per motivi matrimoniali. La sezione ripartita in destra araldica è lo stemma dei Da Lode di Foyaci (foto 2: si noti l'inversione da banda a sbarra e dell'alternanza cromatica azzurro-argento/argento-azzurro nello stemma in foto 1). Il Trivulziano ci indica che la figura nella seconda sezione è una semplice “pianticella sradicata e fogliata di verde”, il che basterebbe a sostenere il richiamo parlante al cognome mediante le foglie/fòie. Tuttavia, come sempre in questi casi, mi rimane il dubbio che qualche termine dialettale (in questo caso botanico, ma la botanica non è certo il solo campo in cui locuzioni antiche possano essere cadute in disuso e scordate) ancor più calzante e preciso possa essersi perso per strada. L’iscrizione sottostante conferma e precisa: il titolare è (dovrebbe essere, se non leggo male) un NOB-D-BAPTISTA DE LAVD(…) , qui, credo di capire, ricordato dalla moglie. Ed eccoci al secondo stemma, quindi, quello in sinistra araldica, quello muliebre. Di stemmi con “porte”, portali, ecc. muniti o meno di battenti, il Trivulziano è pieno, ma quella che caratterizza lo stemma che stiamo studiando, porta non è. Si tratta secondo me, della “Pietra santa” che si venerava nella chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, in Milano, distrutta nel 1888, insieme ad altre antiche vestigia medievali, a causa di una delle solite riqualificazioni urbanistiche che hanno mandato, e mandano, al macero, di tanto in tanto, centinaia e centinaia di testimonianze storiche. All’inizio notavo che negli stemmi del Trivulziano (che ripropone in maniera duplice l’arma, abbinandola una volta ai Pietrasanta e una volta ai LapidaSanta –foto 3-4) sopra alla colonna centrale era posto un oggetto bianco e ritenevo fosse quello l’oggetto venerato. La considerazione non era di poco conto: visto che a quel punto esso avrebbe dovuto rappresentare proprio la cosa più importante di tutte (la pietra santa appunto, posta su un piedistallo a colonna), e visto che nell’esemplare di Sant’Eustorgio tale “ovale” candido pare (per quel che riesco a vedere) non essere presente, c’era di che pensare che ci si potesse trattare di altro stemma. Ma approfondendo un po’ la questione, sono venuto a conoscenza del fatto che «all'interno della chiesa, era ospitata una pietra a forma di cilindro -resto di una colonna romana- la quale era ritenuta santa perché sarebbe servita di appoggio a Sant'Ambrogio nell'atto di montare a cavallo durante la guerra contro gli Ari» (https://it.wikipedia.org/…/Chiesa_di_San_Nazaro_in_Pietrasa…> ) e ancora che «il perché del “pietrasanta” è da ricercarsi nel fatto che nella chiesetta ora scomparsa era custodita una pietra ritenuta sacra, perché si diceva vi avesse posato il piede sant’Ambrogio nello sforzo di montare a cavallo. Si tratta di una pietra cilindrica, quasi una mezza colonnetta, riattata ad acquasantiera» (http://milanoneisecoli.blogspot.it/…/la-scomparsa-chiesa-di…>. Per chi volesse approfondire la storia della chiesa consiglio di visitare entrambi i link di cui sopra). Quindi ,tenendo per buone queste intepretazioni, l’elemento cilindrico centrale sarebbe la vera e propria “pietra” (a questo punto le virgolette sono d’obbligo, visto che si tratta di una colonna) venerata. L’elemento ovale alla sua sommità indicherebbe soltanto, secondo me, a questo punto, una maggior cura nel riprodurla, in accordo a quanto si vede un fotografia 5, tratta sempre dahttp://milanoneisecoli.blogspot.it/…/la-scomparsa-chiesa-di… (chissà se già ai tempi del Trivulziano vigeva il riadattamento ad acquasantiera). Ma il condizionale da me usato non è casuale, in quanto proprio questo testo, sia alla voce “De Lapidasanta”, sia a quella “De Predasancta” fornisce spiegazione diversa, riprendendo quella data da G. P. Corti, La nobiltà di Milano, in Rivista del Collegio Araldico XI 1913, p. 38, sostenendo che lo stemma (gli stemmi, meglio) rappresentano l’”Ostia Sacra, esposta sul capitello di una colonna eretta al centro del suo ciborio (il ciborio è stilizzato nei suoi elementi fondamentali: pavimento e colonna sostenenti un arco), il tutto d’oro”, e anche che “nel capitello della colonna centrale è custodita la pietra sacrata (dial. preda sacra) nella quale si conserva il Reconditorio con le sante reliquie ben sigillato e chiuso. La tradizione ricollega tale figurazione al ricordo di un’antichissima pietra venerata nella chiesa, ora demolita, di San Nazaro alla Pietra Santa in Milano”. (Trivulziano, cit. pagg. 418-419). Secondo questa interpretazione il “disco bianco” che si vede negli stemmi del Trivulziano, ma non in quello di Sant’Eustorgio (la cui “mancanza” tornerebbe ad essere assai importante se non decisiva per la corretta attribuzione dell’arma?), sarebbe quindi un’ostia consacrata, ma anche che la “pietra sacra” non sarebbe la colonna stessa, come invece sostenuto nei siti sopraccitati, bensì una pietra custodita all’interno del suo capitello, e all’interno della quale, a loro volta, sarebbero custodite delle reliquie (immaginiamo di San Nazaro, ma non è precisato)! A contribuire alla fluidità del quadro, va ricordato come nel blog sopraccitato Milanoneisecoli.blogpsot.it, se non ho capito male io, si afferma che nella chiesetta in questione non fosse presente alcuna reliquia. In esso si precisa poi, che all’epoca della demolizione di San Nazaro (1888), la pietra fu spostata in San Vincenzo in prato. E, ad ogni buon conto, l’immagine della pietra santa qui custodita, e visibile inhttps://it.wikipedia.org/…/Basilica_di_San_Vincenzo_in_Prat… ripropone solo e soltanto una mezza colonna senza alcun oggetto soprastante e con il riadattamento ad acquasantiera (foto 6).









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