martedì 15 marzo 2016

STEMMI IN VERONA: 10) SAN ZENO e SAN FERMO STEMMA DEGLI UBERTI (fotografati il 22 Luglio 2011)

Le prime cinque fotografie sono state da me scattate in San Zeno (chiostro). Io ci leggo NOBILIS IVUANIS (Giovanni) FARINA UBERTIS D’ FLORE…?IA (Florentia?) OBIIT MCCCXLVIII, ma naturalmente qualsiasi correzione è ben accetta. Le fotografie 6 e 7 sono invece tratte da un altare (si veda oltre per quanto riguarda la reale destinazione primigenia del manufatto) in San Fermo. Si noterà sicuramente, sia nel sepolcro di San Zeno, sia nell’altare di San Fermo, la “simmetricità” delle aquile, che una volta sono poste in sinistra araldica e l’altra in destra, per far sì che si “guardino” e non si diano le spalle.  In "Verona e la sua provincia nuovamente descritte (1821) Battista da Persico, a pag. 56, ricorda “il cenotafio di Giovanni Farinata degli Uberti, famiglia fiorentina, per le fazioni de’ Guelfi e Ghibellini ricoveratasi (sic) tra noi l’anno 1262”. (https://books.google.it/books?id=V1xdAAAAcAAJ&pg=PA205&lpg=PA205&dq=farinata+degli+uberti+sepolcro+in+san+zeno&source=bl&ots=QseKl68iJt&sig=LzXw3_CTdfnSNICgbXjDfas_iaU&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjA74O5nL7LAhXhfHIKHZtyDNMQ6AEILzAD#v=onepage&q=farinata%20&f=false). Sia in questa pagina, che alla 205, l’autore rammenta come il monumento funebre in questione sia stato “traslocato in San Zeno”. Dal De Betta (cit. pagg. 69 e 193) traiamo, altre piccole notizie. Alla voce “Uberti Farinati di Firenze”, si conferma la datazione CCCXLVIII, omettendo però la “M”, ma soprattutto si indica l’ubicazione originaria del monumento, la chiesa di San Salvatore Corte Regia, e la data del trasloco: 1820. Il testo del da Persico risale, come visto, all’anno successivo e indica quindi un fatto (il trasferimento, appunto, da San Salvatore a San Zeno)  appena accaduto. Alla voce “Farinata degli Uberti Paolo”, invece, veniamo a conoscenza di tre dettagli che riguardano l’altare di San Fermo. Ai tempi in cui scriveva il De Betta, questo manufatto era conservato “nei sotterranei di San Fermo” stessa; inoltre di esso si indica essere un'urna sepolcrale. L’attuale utilizzo come altare (che appare evidente nella mia foto) è quindi del tutto recente. Il terzo particolare da segnalare è che questo sepolcro/altare viene assegnato dall’autore, al pari di una lapide murata nella sacrestia di San Paolo, a Paolo Farinata degli Uberti.
Mentre a pag. 193 il De Betta ricorda, citando il Crollalanza, come a fianco dello scaccato d’azzurro e d’oro, l’aquila uscente di nero campeggi in campo anch'esso d’oro, a pag. 69 riporta un blasone del Gianfilippi, che invertendo lo scaccato (d’oro e d’azzurro) pone l’aquila uscente, sempre di nero, ma coronata d’oro e in campo rosso. In realtà, dalle mie foto,in nessuno dei due esemplari da me riportati l’aquila appare coronata o sormontata da corona alcuna. Per quando riguarda il campo rosso confesso che non ne sapessi nulla (avevo sempre visto stemmi con quello oro), ma qui http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/bibliotecacentrale/mango/immagini/p/uberti.jpg se ne trova testimonianza nemmeno qui però, l'aquila appare coronata o sormontata da corona). Lo stemma con il campo di rosso viene lì associato ad un ramo siciliano della famiglia, inaugurato da uno Scaloro di Giovanni. Il testo (oltre a far subire al lettore un insostenibile -data la sua desuetudine-"scaccheggiato" anziche "scaccato") non chiarisce però se tale arma contenente il rosso sia abbinabile univocamente al ramo siciliano (e viceversa).

 All’epoca dei miei scatti veronesi, non ricordavo dove avessi già visto quegli stemmi (oh ero un remigino eh!) fino a che, tempo dopo, mi capitava tra le mani uno dei tanti numeri di “Noblità”; il periodico diretto da Pier Felice degli Uberti: i contributi rientranti nella sezione “Araldica” risultavano (e immagini risultino tuttora) contrassegnati proprio da quest'arma(foto 8:: qui sì che  l'aquila appare sormontata da una corona,che immaginiamo però non del campo, ma dello stesso smalto del pennuto. Questo poi è reso in maniera tale da far immaginare che ad essere nascosta dallo scaccato non ci sia solo metà aquila -come invece succede,in maniera pertinente,negli stemmi in pietra da me immortalati-ma un'altro collo e testa, e pertanto che ci si trovi di fronte a un'aquila bicipite..).







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