lunedì 22 maggio 2017

ORIOLO ROMANO (VT), PALAZZO ALTIERI, GALLERIA DEI PAPI 14 Maggio 2017

                                               STEMMA ASSEGNATO A ADRIANO I 

Ecco qua. Come dicevo nel precedente post, nella Galleria dei Papi di Oriolo Romano vi è una parte consistente di stemmi “di fantasia” assegnati ai pontefici vissuti in epoca pre-araldica e che quindi mai abbiano posseduto realmente un’arma. Stemmi di fantasia dicevamo, ma probabilmente mitigata dall'aver voluto attingere a fatti realmente accaduti nella vita del papa o almeno che la tradizione assegna ad essa. Durante la visita, per fare un esempio, mi ha incuriosito un’arma in cui veniva rappresentata una corona, bagnata da un filo d’acqua che sgorgava da una mano posta nel capo dello scudo. Ebbene quell'arma apparteneva (si fa per dire) a Silvestro I che fu colui il quale - secondo una tradizione antistorica, sorta da testi posteriori di almeno due secoli rispetto all'epoca in cui visse il papa in questione - battezzò Costantino. Penso che questa esemplificazione renda bene l’idea di ciò che dicevo: armi di fantasia che costituiscono un sunto in figure del momento più caratterizzante dell’operato o della vita di un pontefice.               
Ma lo stemma che mi ha fatto sobbalzare vedendolo è stato quello assegnato ad Adriano I. Il campo azzurro, era coperto da un “seminato” di gigli alternati a chiavi papali, il tutto d’oro. Lì per lì, come spesso mi capita (come spesso capita a tuti gli ansiosi insicuri…  :D) sapevo…di sapere qualcosa ma temendo di fare confusione ho solo accennato la cosa a Maurizio Gorra che conduceva la visita e ad un altro visitatore. Con più calma, ho poi focalizzato il tutto. Ci tengo a dire che la mia è solo un’ipotesi che potrebbe venire, come detto nel post precedente, demolita da altre più solide o dalla semplice lettura dell’epigrafe che come sempre nella galleria Oriolese, accompagna ritratto e stemma di ciascun pontefice. Adriano I era colui che inviò a Carlo Magno nel 785-786, una delle più antiche copie del Sacramentario ideato da Gregorio Magno, che conteneva i formulari usati dal papa nelle messe solenni dell’anno. Questo invio va visto all’interno di quella particolare forma di rinnovamento e unificazione della liturgia gallicana e romana che vide le sue premesse nella permanenza (di sedici mesi) in “Francia” da parte di papa Stefano I, scortato da Crodegango vescovo di Metz alla corte di Pipino. Dalla sorpresa che destò nel pontefice il verificare le profonde differenze tra rito gallicano e romano, nacque come detto la volontà di unificazione e riforma liturgica (non vanno certo taciuti gli evidenti motivi politici della cosa) che proseguirà e s si svilupperà poi con Carlo Magno, lo stesso Crodegango,  e altri vescovi, Alcuino e appunto papa Adriano I.  Il progetto fu epocale: in quel periodo si assistette ad un incessante invio di lezionari, antifonari, graduali ecc. dal territorio franco a quello romano e da quello romano a quello franco. Da tale commistione e permeazione tra repertorio vetero-romano e franco, nacque, in terra franca, quello che fu poi chiamato “canto gregoriano” (nacque anche, proprio in questo periodo, tale definizione, sancita poi dalla Vita di Gregorio, di Giovanni Diacono), il quale, quindi non è affatto espressione musicale della liturgia romana (ma semmai franco-romana), né è nato in terra romana (ma semmai franca), né, ancora, ha minimamente a che fare con Gregorio Magno. Adriano I come detto, fu uno tra i protagonisti di tale riforma, insieme a Carlo Magno. Ho immaginato pertanto allora questi testi che vanno dalla Francia a Roma, da Roma alla Francia, dalla Francia a Roma, dai gigli alle chiavi romane, dalle chiave romane ai gigli… e ho pensato che quello strano seminato degli uni e delle altre, e che ripropone gli smalti tradizionali dell’arma francese, volesse ricordarci proprio quello (non dimenticando la figura regale nella seconda sezione del troncato). Chissà se è vero o meno, o se la mia fantasia non abbia avuto, stavolta, nulla da invidiare agli autori degli stemmi affibbiati ai papi pre-araldici…




Nessun commento:

Posta un commento