giovedì 22 febbraio 2018


VERONA  CIMITERO MONUMENTALE LATO INGENIO CLARIS (FOTO DEL 20 FEBBRAIO 2018): 1 POLI, 2 BRAGGIO/(FILIPPI?), 3 POMPEI, 4 ZORZI/CAPOBIANCO

(PREMESSA DA IL CAFFE' ARALDICO, 21/2/18: Ieri sono stato in un posto che, per chi, come me, proviene da un piccolo paese schiacciato tra i monti, è parso gigantesco in maniera allucinante (in senso letterale). Nell'ora e mezza in cui per ora ho potuto sostarvi credo di averne esplorato sì e no la ventesima parte. La stima per capire quanto tempo mi ci vorrebbe (vorrà) a setacciarlo per intero è quindi semplice. Parlo del Cimitero Monumentale di Verona. Un'ora e passa trascorsa in completa solitudine e completo silenzio a dialogare con gli stemmi che mano a mano mi venivano incontro, così come pareva a loro (ho lasciato a bella posta il libro-guida del De Betta in auto). Mi prendo la libertà di celebrare questo particolarissimo momento iniziando spero presto una parentesi (pur sempre veronese... ) dedicata proprio a quanto sono riuscito a catturare ieri mattina. Dovrei scegliere per stavolta, il metodo della carrellata veloce, e quindi non con post "stemma per stemma, tranne che per un paio di casi, uno dei quali mi ha profondamente emozionato e si capirà facilmente il perché. Chiedo ancora scusa per la rarefazione dei miei interventi in questo periodo, ma sono impegnato in altro progetto, sempre araldico, e in un paio di studi un po' più approfonditi di due questioni, che chissà se porteranno a qualcosa. A presto, spero già domani ma non diciamolo che è meglio.) 


1)      POLI (FOTO 1-2) Tre ramoscelli (d’ulivo?) blasonati ovunque “a ventaglio” e invece infatti sono “impugnati” e attraversati da una fascia (d’azzurro?) caricata da tre stelle di otto raggi. Il De Betta cita sia la famiglia che questo reperto. Lo stemma varia anche di parecchio da manufatto a manufatto e così gli smalti. In un caso la fascia è descritta d’azzurro, così come il tratteggio di questo monumento lascerebbe intendere (non ne sono presenti altri, il che –escludendo ramoscelli e stelle troppo piccoli per contenerne- farebbe pensare a un campo d’argento, cosa non confermata dal De Betta.






 2)      BRAGGIO (-FILIPPI?) (FOTO 3-4) Il monumento riporta la scritta BRAGGIO, ma porta le foto di un Braggio e un Filippi, nati rispettivamente nel 1908 e nel 1935. Di nessuna di queste famiglie il De Betta riporta notizia (ovviamente non poteva citare proprio questo monumento visto che scrive nel 1923 e muore prima dei due sopraccitati, ma avrebbe potuto nominare la famiglia e altri reperti più antichi). Il destrocherio impugnante una scimitarra che carica lo scudetto “sul tutto” potrebbe avere valenza “parlante” (Braggio-braccio). Da notare il bel grembiato di otto pezzi d’argento e di rosso, del 2° e 3° quarto.




)      POMPEI (FOTO 5-6-7) Saltato uno stemma che in…ordine di apparizione verrebbe prima di questo, ma per il quale riserverò post singolo (si veda il mio intervento di ieri) passiamo alla lapide Pompei, citata dal De Betta. Qui ammiriamo un partito: nel 1° una fascia accostata da due fiori di sei petali; nel 2° due fasce. L’autore ci avvisa che l’arma classica riporta due stelle anziché i fiori (anche se poi lui parla di rose, per questo reperto, ma rose non sono).Anche in questo caso, alle fasce e stelle (fiori) nonché ai campi, vengono assegnati vari smalti a seconda del manufatto di cui si parla e degli autori (Gianfilippi, Verza, Crollalanza). Il De Betta non si pronuncia in merito






4)      CALISTO ZORZI, ANNA CAPOBIANCO  (FOTO 8-9-10)

Il De Betta non cita la famiglia Capobianco né questo Zorzi (vale quanto detto per stemma di cui a punto 2 -Braggio) mentre annota altri due monumenti Zorzi in Verona. Uno era quello “classico” della famiglia veneziana (d’argento alla fascia di rosso), appartenente al camerlengo Bartolomeo e presente nella facciata interna di Porta Nuova che già il De Betta vuole smantellata ai suoi giorni (stemma quindi non più esistente da quasi cento anni) mentre l’altro è proprio nel cimitero in questione in abbinata ad altro stemma. Di entrambi parlerò in seguito, qui basti ribadire che quest’arma Zorzi nulla abbia a che fare con quella. Anzi… non mi intendo di araldica militare e se qualcuno volesse confermare che quest’arma sia da assegnarsi a qualche reparto a cui il “Calisto Zorzi volontario e mutilato di guerra decorato di medaglia d’argento”, come si legge nell’epigrafe, appartenne, farebbe cosa gradita. Gustoso l'aneddoto leggibile qui https://www.chiesacimiteroverona.it/il-cimitero/la-storia-del-monumentale-di-verona.html, riferito al buon Calisto, muratore (ecco spiegata la presenza degli attrezzi da lavoro nel monumento funebre): in foto 8 si intravvede la statua che lo rappresenta nell'atto di elargire una moneta ad un bimbo. In Verona si dice che "no'l la mòla mai", cioè, non la lascia mai cadere (ovviamente!). Da qui si usava dire sino a pochi anni fa, per un evento che si presumeva non sarebbe mai accaduto o che lo sarebbe stato assai in là nel tempo, che "el sucedarà quando el la mola el Calisto (cioè quando la statua di Callisto cederà la moneta)







3.


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