mercoledì 6 settembre 2017

SPAUR 4). “L’ALTRO” 'INQUARTATO (LEONE SPAUR CON SCACCATO D’ARGENTO E D’AZZURRO ALLA FASCIA DI ROSSO, DIMINUITA E ATTRAVERSANTE): CASTEL VALER (TN), CASTEL COIRA (BZ).

Ecco dunque qualche altra testimonianza dell’ormai famoso inquartato Spaur con lo scaccato argento-azzurro e la fascia diminuita di rosso.
Chiedo scusa in anticipo per la qualità delle fotografie, ma ai tempi (2012-2014) non disponevo di mezzo adeguato.

Oltre alle testimonianze già incontrate dei “codici Fugger”, (foto 1-2, si noti l’inversione dei quarti), aggiungiamo oggi quelle particolari di Castel Valer. Perché particolari? Perché come detto nel post precedente, gli Spaur imparentati con i Coredo/Valer, avevano inquartato i due stemmi relativi (leone con coppa/SPAUR; trinciato d’argento e di rosso a due stelle di sei raggi dell’uno nell’altro/COREDO-VALER) e quindi sarebbe logico trovare questo di stemma, in Castel Valer. E invece no.       
Ripeto ciò che ho detto la volta scorsa: dell’inquartato con lo scaccato non so dire nulla, da dove provenga, e da quando (di sicuro come già dicemmo è almeno coevo dell’altro, stanti le testimonianze nei codici Fugger), quindi posso solo ipotizzare identifichi altro ramo SPAUR e che l’attuale proprietario di Castel Valer, da questo ramo discenda. Come faccio a dire che l’attuale stemma “utilizzato” dal proprietario medesimo sia quello con lo scaccato? Ecco qua una foto (3) che riesce a fatica (il soggetto era distantissimo e in zona privata quindi non raggiungibile da vicino) a dimostrare come tale versione dell’arma Spaur goda di ottima salute e non dimostri i suoi anni, e se non bastasse c’è pure il biglietto da visita (qui di sicuro non si può ipotizzare rifacimento di stemma non più utilizzato… foto 4).              
Altra testimonianza dello stemma con lo scaccato e fascia dà splendida mostra di sé in quel di Castel Coira (foto 5). Esso appare tra altre armi (foto 6). Stando a quanto visionabile nel Rauzi (Araldica Tridentina) si potrebbe ipotizzare, da destra a sinistra un Alberti di Colico (anche se qui il vegetale è sradicato e non nodrito come invece nel testo citato, foto 7); forse e dico forse (mancano le perle a ornare il cappello, gli smalti invece sono corretti, ove si dia per buono che il grigio-azzurro del cappello sia un nero sbiadito, come per altro accaduto con l’aquila dello stemma Alberti succitato) un Breisach (foto 8); e certamente un Kuhen-Belasi (foto 9), la cui genesi, tra stemmi Kuhen (il leone troncato) e Belasi (sparito dal secondo e terzo quarto per far spazio –come in questo stemma di Castel Coira- a quello dei De Porta “Inferiori” o meglio, vista la zona, Niederthor, meriterebbe (o spero meriterà) capitolo a parte.  Dell’ultimo stemma (foto 10), quello a destra dell’arma Spaur, parlerò la prossima volta, (qui dicendo soltanto che non avevo mai visto un cigno bicefalo e bi-collato…) formulando un’ipotesi su di esso. Corretta o molto più probabilmente infondata mi permetterà comunque di creare l’aggancio con il discorso relativo all’arma originaria Spaur, ultima tappa di questo percorso cronologicamente più o meno a ritroso. Prometto sin d’ora (e manterrò la promessa tra due post) un tentativo di rimettere ordine proprio in tal senso, a compendio di tutta questa “avventura Spaur”.









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