martedì 12 settembre 2017

SPAUR 5) VERSO LO STEMMA ORIGINARIO


Continuando la rassegna degli stemmi presenti su una delle facciate della torre di Castel Coira (BZ), iniziata nel post precedente, non resta da parlare che del primo inquartato da sinistra (FOTO 1-2). Premetto che non possiedo, purtroppo, copia del lavoro di Hye  (Wappen in Tirol) e che consultando per due volte Lo Scheibler (seconda metà del Quattrocento) qui https://commons.wikimedia.org/wiki/Scheibler_Armorial#mediaviewer/File:S-Scheibler270ps.jpg e per altrettante il ms. BSB cod. icon 310 (come Tirol, Anton Wappenbuch, Germania del Sud fine XV sec- 1540) non ho trovato nulla (può ovviamente darsi mi sia sfuggito) di simile allo stemma di cui qui stiamo trattando. Se qualcuno sapesse attribuirlo a qualche famiglia è pregato di scriverlo nei commenti. Nel frattempo, se ipotizziamo che quella specie di incrocio tauro-caprino posto nello scudetto sul tutto, sia uno stambecco passante, qualche analogia la si potrà trovare con l’immagine tratta dal codice BSB 310 (IMM. 3), ma qui il problema sarà allora quello di decifrare il cognome soprastante (cosa che a me non è riuscita). Un altro stambecco nero in campo bianco, nonché parlante, è quello della famiglia Staimhaimb visibile qui https://commons.wikimedia.org/wiki/Scheibler_Armorial?uselang=it#mediaviewer/File:S-Scheibler270ps.jpg al n. 287 (IMM. 4), ma il capride appare in questo caso saliente e si distanzia quindi ancor più nettamente da quello presente nell’arma di Castel Coira, nella quale tra l’altro la figura animale manca (almeno per quel che è dato vedere) delle caratteristiche corna arcuate e assai pronunciate, proprie dello stambecco naturale e araldico. Al di là di tentativi di attribuzioni certe questo stemma ha un certo “aroma Spaur” :D e ovviamente parlo solo di suggestioni. Il controinquartato del secondo e terzo quarto richiama molto lo scaccato con fascia rossa della famiglia in questione, con il suo di rosso nel 1° e 4° e con lo scaccato argento-azzurro nel 2° e 3°. E il cigno del primo e quarto gran quarto (del fatto che il primo tra i due sia bi-collato ho già detto…) come fa a rimandare agli Spaur (ripeto: il “rimando” è solo un pretesto, non sto dicendo che quest’arma abbia effettivamente a che fare con quella della famiglia in questione)? Rientra qui in gioco la figura di Volcmar Von Tirol, di cui ho detto nel post precedente. Il suo stemma, e quindi quello originario Spaur, dato che lui è considerato il capostipite di questo casato non è affatto il leone di rosso con la coppa d’oro tra le branche, bensì quello visibile IMM. 5. Ce lo dice il Rauzi, (cit. pag. 322). Anche se lui lo chiama falco, si vede dall’IMM. 5 (ibidem), tratta proprio dal suo testo, come esso abbia poco a che fare con un falco e di certo anche con un cigno. E’ comunque un pennuto argento in campo azzurro. Questa è l’arma del capostipite Volcmar Spaur, quindi. Ma come si è giunti a quella che tutti considerano l’arma prigenia della famiglia, cioè il leone rosso di cui sopra?  Il cimiero dello stemma di Volcmar di Burgstall, infeudato nel ‘300 del castello di Sporo-Rovina dal Conte del Tirolo, erano due coppe rovesciate, alludenti al titolo di “coppieri dei Conti del Tirolo”. Furono i successori di Vulcmar, che “trascinarono” le coppe fungenti da cimiero, nelle branche del leone rosso che solo loro iniziarono ad utilizzare, dapprima solitario nel campo (lo incontreremo in maniera congrua nel prossimo post, in IMM. 6 il primo assaggio) e poi inquartandolo variamente come analizzato nei precedenti interventi. 







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