SPAUR 5)
VERSO LO STEMMA ORIGINARIO
Continuando
la rassegna degli stemmi presenti su una delle facciate della torre di Castel
Coira (BZ), iniziata nel post precedente, non resta da parlare che del primo
inquartato da sinistra (FOTO 1-2). Premetto che non possiedo, purtroppo, copia
del lavoro di Hye (Wappen in Tirol) e
che consultando per due volte Lo Scheibler (seconda metà del Quattrocento) qui https://commons.wikimedia.org/wiki/Scheibler_Armorial#mediaviewer/File:S-Scheibler270ps.jpg
e per altrettante il ms. BSB cod. icon 310 (come Tirol, Anton Wappenbuch,
Germania del Sud fine XV sec- 1540) non ho trovato nulla (può ovviamente darsi mi
sia sfuggito) di simile allo stemma di cui qui stiamo trattando. Se qualcuno
sapesse attribuirlo a qualche famiglia è pregato di scriverlo nei commenti. Nel
frattempo, se ipotizziamo che quella specie di incrocio tauro-caprino posto
nello scudetto sul tutto, sia uno stambecco passante, qualche analogia la si
potrà trovare con l’immagine tratta dal codice BSB 310 (IMM. 3), ma qui il
problema sarà allora quello di decifrare il cognome soprastante (cosa che a me
non è riuscita). Un altro stambecco nero in campo bianco, nonché parlante, è
quello della famiglia Staimhaimb visibile qui https://commons.wikimedia.org/wiki/Scheibler_Armorial?uselang=it#mediaviewer/File:S-Scheibler270ps.jpg al n. 287 (IMM. 4), ma il capride appare in questo caso saliente e si distanzia
quindi ancor più nettamente da quello presente nell’arma di Castel Coira, nella
quale tra l’altro la figura animale manca (almeno per quel che è dato vedere)
delle caratteristiche corna arcuate e assai pronunciate, proprie dello
stambecco naturale e araldico. Al di là di tentativi di attribuzioni certe
questo stemma ha un certo “aroma Spaur” :D e ovviamente parlo solo di
suggestioni. Il controinquartato del secondo e terzo quarto richiama molto lo
scaccato con fascia rossa della famiglia in questione, con il suo di rosso nel
1° e 4° e con lo scaccato argento-azzurro nel 2° e 3°. E il cigno del primo e
quarto gran quarto (del fatto che il primo tra i due sia bi-collato ho già detto…)
come fa a rimandare agli Spaur (ripeto: il “rimando” è solo un pretesto, non
sto dicendo che quest’arma abbia effettivamente a che fare con quella della
famiglia in questione)? Rientra qui in gioco la figura di Volcmar Von Tirol, di
cui ho detto nel post precedente. Il suo stemma, e quindi quello originario
Spaur, dato che lui è considerato il capostipite di questo casato non è affatto
il leone di rosso con la coppa d’oro tra le branche, bensì quello visibile IMM.
5. Ce lo dice il Rauzi, (cit. pag. 322). Anche se lui lo chiama falco, si vede
dall’IMM. 5 (ibidem), tratta proprio
dal suo testo, come esso abbia poco a che fare con un falco e di certo anche
con un cigno. E’ comunque un pennuto argento in campo azzurro. Questa è l’arma
del capostipite Volcmar Spaur, quindi. Ma come si è giunti a quella che tutti
considerano l’arma prigenia della famiglia, cioè il leone rosso di cui
sopra? Il cimiero dello stemma di
Volcmar di Burgstall, infeudato nel ‘300 del castello di Sporo-Rovina dal Conte
del Tirolo, erano due coppe rovesciate, alludenti al titolo di “coppieri dei
Conti del Tirolo”. Furono i successori di Vulcmar, che “trascinarono” le coppe
fungenti da cimiero, nelle branche del leone rosso che solo loro iniziarono ad
utilizzare, dapprima solitario nel campo (lo incontreremo in maniera congrua nel
prossimo post, in IMM. 6 il primo assaggio) e poi inquartandolo variamente come
analizzato nei precedenti interventi.
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