martedì 11 novembre 2014

LE “IMPRESE” NEL PALAZZO DUCALE DI URBINO
Quella che “andrà in onda” nei Quaderni (e nel Caffè Araldico, la versione "gruppo facebook" di questo blog), da oggi e nelle prossime settimane, è una rassegna delle imprese di Federico da Montefeltro, non tutte, ma solo quelle che ho immortalato. Essa è il frutto, oltre che, ovviamente, della mia escursione estiva in quel di Urbino e della conseguente visita al Palazzo Ducale, anche di quattro mesi di letture, atto dovuto per vedere di mitigare un po’ la mia ignoranza e fornire dati se non professionali almeno accettabili. Come già detto tempo fa invito (oltre-ovviamente- tutti gli altri) se avrà la bontà di passare di qua, Antonio Conti un vero esperto in materia, (si vedano solo a mo’ di minuscolo esempio questi link http://www.iagiforum.info/viewtopic.phphttp://www.iagiforum.info/viewtopic.php… ) a integrare, modificare, correggere ecc. tutto quanto scriverò da ora in poi sull’argomento. E’ chiaro che la mia non vuol essere pretesa di inserirmi ad alti livelli in argomenti da me così poco conosciuti. E’ solo un raccontare ciò che ho visto, nella miglior maniera possibile.
I testi utilizzati: Federico da Montefeltro di Roeck e Tömmesmann (Einaudi); L’enigma Montefeltro di M. Simonetta (Rizzoli); Non mai – le imprese araldiche dei duchi di Urbino (Accademia Raffaello, Urbino) di Luciano Ceccarelli; alcuni saggi di cui dirò man mano, tratti da Piero e Urbino (Marsilio Editore), da me consultato in Queriniana. Queste fonti, quando verranno riportati veri e propri stralci testuali, saranno citate in seguito soltanto richiamando il nome dell’autore/autori e eventualmente il numero di pagina.
La cadenza delle mie pubblicazioni dovrebbe variare da un minimo di tre giorni ad un massimo di sette. Quelle già pronte (salvo l’adattamento a f.book e al blog, con riferimenti alle immagini, ecc.) sono sedici, ma potrebbero diventare ben di più allargando il raggio d’azione al di fuori delle “imprese”, tempo, salute e imprevisti permettendo.
Ma iniziamo dall’inizio tentando una DEFINIZIONE DI IMPRESA: Essa può definirsi una raffigurazione simbolica di carattere para-araldico. Si compone di due parti, l'anima (talvolta assente) ed il corpo: la prima è una frase, una sigla, un motto o anche una sola parola che accompagna e letteralmente dà vita al secondo, un disegno più o meno articolato e complesso, normalmente composto da pochissime figure di base. Può alludere ad un fatto, una vicenda, una speranza, un desiderio, un pensiero, un'aspirazione, un ideale del titolare. Tradizionalmente, l'impresa ideale dispone di cinque requisiti fondamentali (è il Giovio che parla, mediante il suo Ragionamento […] sopra motti e disegni d’arme… ecc. (Venezia, 1556):
 1) aver giusta proporzione fra anima e corpo: il testo non prevalga sulla figura, né viceversa;
 2) non essere troppo oscura, ma nemmeno tanto chiara da farsi intendere da chiunque;
 3) essere bella a vedersi, cioè graficamente ingegnosa e non astrusamente disordinata;
 4) mostrare figure non umane, ma comunque di aspetto decente e chiaro, realistico e intellegibile, non ripugnanti né mostruose;
 5) avere un'anima scritta in lingua diversa da quella del titolare (per meglio coprirne il sentimento), meglio in latino o una sua derivazione, di buon suono e magari con un elegante gioco di parole, e che sia sufficientemente breve ma non ambigua.
 Siccome la mia esposizione non sarà in ordine cronologico, non sarà inutile, forse, avere sottomano l’elenco dei duchi di Urbino, reperibile comodamente in rete.
 Assai succintamente ricordo qui i nomi: Oddantonio, Federico III, Guidobaldo I con la parentesi di Cesare Borgia e poi ancora Guidobaldo I (dinastia Montefeltro). Francesco Maria I; la parentesi di Lorenzo de’ Medici; poi ancora Francesco Maria I, Guidobaldo II, Francesco Maria II(sesto e ultimo duca di Urbino. Suo figlio Federico Ubaldo fu principe ereditario ma morì prima della morte del padre) (dinastia Della Rovere).
 A presto per il secondo post.

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