venerdì 18 ottobre 2013

Il fascicolo PRO PESTE TRIDENTINA nel faldone 146 degli "Estraordinari" dell'Archivio Storico di Salò:
I "bisbigli di peste" degli anni Settanta del '500.

"...la pestilenza fa progresso negli infraditti luoghi e terre" e pertanto Gio. Batt. Gaietanus, Cancelliere degli Uffici di Sanità avvisava con bando del 15 Ottobre 1574, da Brescia, che  il Podestà Girolamo Prioli e Leonardo Contarini Capitano, bandivano detti luoghi "comandando che persona alcuna, così religiosa come secolare" che provenisse o fosse passata per detti luoghi non avesse "ardire per qualsivoglia modo o via di entrar in questa Città" o nel suo territorio con "robbe, animali, fede di sanità, o senza, sotto pena della forca". I "luoghi di Allemagna" coinvolti nel bando erano Francoforte, "Lindo", Ponte del Reno appresso Regazzo, Ravenspurg, Santo Pietro presso Coira e altri.

Ovviamente anche altre Città si saranno tutelate in egual modo.

Faustino Pizzamano (se non leggo male), Provveditore di Salò e Capitano della Riviera,  inviò ai Comuni avvisi riguardanti Trento e l'intero Trentino. il 17 Settembre 1574 avvisò 10 comuni  rivieraschi che "voliano et debano far diligente custodia nè permeter che nelle sue terre se dia allogiamento a persone che vengano di Trento o luoghi vicini nel Trentino [...] sin tanto che serà cessato questo bisbiglio". Il tutto a pena di ducati cento e bando, più altre eventuali pene a discrezione.  Identici documenti, furono emessi nella stessa data per tutti gli altri comuni della giurisdizione.

Il 25 Novembre 1574 un Archetti (non riesco a comprendere cosa sia scritto in calce alla lettera) si giustifica con il Provveditore in merito al "fato de Martino de Tremosine", il quale se fosse "stazionato" nella giurisdizione dello scrivente e questi ne fosse venuto a conoscenza, senz'altro il primo avrebbe ricevuto "il debito castigo". Ma quegli "passò di notte", si occultò e fu tenuto dai barcaioli della Riviera, senza che se ne sapesse nulla.
Sul sigillo a secco chiedo chiarimenti: i tre archi  con la corda verso la punta e posti uno sull'altro  riguardano la famiglia Archetti (1 e 4 quarto), mentre l'arco rivolto e posto in palo richiama proprio la Communitas di Arco (2  e 3 quarto)? Attualmente lo stemma comunale è d'oro all'arco d'azzurro in palo , ma NON rivolto. Grazie.



Il 15 Novembre dello stesso anno invece un Madruzzo intercede per l'istanza di Carlo Crotta e suo fratello, che vogliono tornare "qui a casa loro" (dove non si sa), dopo essere stati (già da un mese) nel castello di Segonzano. Si tranquillizza il provveditore affermando che (spaccato sulla percezione dello spazio e del tempo di allora) Segonzano è molto lontana da Trento (dove evidentemente vi era contagio), fuori da ogni sospetto, né ha a che fare "con la podestaria et città di Trento". Inoltre si garantiva sulla "quarantena fatta" dai richiedenti. Non pareva quindi ragionevole "denegare" la richiesta anche perché i Crotta sono "persone talmente discrete et regulate che di loro non si può temere sinistro alcuno". Il sigillo a secco reca l'arma Madruzzo.




Ringrazio di cuore Enrico Stefani che nel suo articolo su ASAR del Maggio 2011, con il quale pubblicava una rassegna di sigilli a secco di Comuni, ha portato a conoscenza del sottoscritto la magnifica raccolta di carte "estraordinarie" conservate nell'Archivio della Magnifica Patria di Salò, da cui traggo questi documenti.


AUTORIZZAZIONE MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ; CULTURALI
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA LOMBARDIA CONCESSA IL 20/09/13  PROT. 3872 28.34.04./01 24/9/13.




4 commenti:

  1. Di niente, ti auguro buon lavoro io personalmente li ho fotografati tutti (sono tantissimi), ma sono un'importante fonte per la ricerca in campo araldico.
    Ti cosiglio di fare attenzione all'atribuzione, a volte il sigillo non è del firmatario del documento.
    Sui sigilli di alcune parrocchie della Magnifica Patria, ho pubblicato un'articolo in "Civiltà Bresciana" n° 3-4 dic. 2112, un'altro articolo (sui sigilli della chiesa Episcopale di Brescia) dovrebbe essere pubblicato nella stessa rivista a giorni.

    Enrico

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  2. Benissimo!!! Ho una domanda: nei casi in cui il sigillo non sia del firmatario, a chi può essere attribuito, nel senso: come mai c'è un sigillo che non è quello del firmatario? esiste un criterio? (in questo caso infatti ho riconosciuto prima glis temmi e poi sono andato a verificare la firma :) ) grazie!!

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    1. In un caso c'era la firma di un curato e lo stemma del parroco(stemma che conoscevo), in quel caso ho cercato l'elenco dei parroci per controllare, nello specifico la parrocchia usava il sigillo del parroco (Conter) essendo nobile al posto di quello dei curati.
      In generale se non conosci lo stemma (cosa probabile, sono in maggioranza armi di famiglie borghesi, quindi non censite) studia la cornice, vedi se ci sono scritte, se coincidono con la firma sei a cavallo, oppure vedi se il sigillo si ripete in altri documenti, e se il firmatario è lo stesso è possibile che sia il suo.
      Buon lavoro ha qualche migliaio di documenti da visionare, ma puoi trovare delle piacevoli sorprese, a me è successo parecchie volte.
      Se ti interessa ti mando un'altro sigillo dei conti Madruzzo del 1612 un pò più leggibile, fammi sapere.

      Enrico

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    2. Grazie Enrico...certo che mi interessa!!!! Anche perché non so ogni quanto potrò recarmi a Salò a passare mattinate piacevoli in compagnia di queste meraviglie e rimpolpare la mia piccola collezione :)

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