lunedì 7 ottobre 2013

STEMMARIO VALSABBINO. BARGHE (BS)

nota: si richiede implicitamente a chi sa, attribuzione certa degli stemmi di cui qui si tratta. Altra richiesta implicita sono le correzioni eventuali del blasone delle stesse, richiesta che diviene esplicita per quanto riguarda lo stemma n. 3

1) Di...alla torre di... accostata dalle lettere maiuscole P e T.
Il Piovanelli (stemmi e notizie, cit.) lo attribuisce ai TORRI di Salò. Il Della Corte (Armerista, cit.) non include questa famiglia nel suo stemmario benacense, nè in quello valsabbino. Tra le tante torri del suo "Armerista" la più somigliante è quella dei Pellegrini della Torre, ma è famiglia camuna e senza riscontri è inutile alimentare casi che potrebbero essere di semplice "omonimia" araldica (tra l'altro con le torri di mezzo, se ne potrebbero contare a centinaia).


2) Di... a tre spighe di segala di...alternate da quattro più piccole di..., nodrite da un ristretto di... sostenuto da un monte all'italiana di tre pezzi di... [oppure (le spighe) "sostenute da un ponte a tre arcate di..."].
Stemma attribuito ai SEGALA dal Piovanelli, che li vuole originari di Lonato e dei quali riporta due stemmi (uno in Salò, l'altro in Desenzano) simili tra loro ma diversi da questo ( quattro spighe di segala legate). Il Della Corte dà effettivamente stemma simile nello stemmario benacense (Armerista) con differenze: c'è un terrazzo di verde non sostenuto da monti o ponti e ci sono cinque stelle poste in cinta ad accompagnare in punta le spighe).  






3) Di... al guerriero armato di tutto punto di... con il braccio destro alzato, piegato e impugnante una (?) posta in sbarra, e il sinistro reclinato sul fianco; attraversante una spada di.. inguainata e pendente in sbarra da una scarsella (?)  a scaglie, di… ; e sostenuto da un (?) di...
Il solito Piovanelli attribuisce questo stemma alla celebre famiglia dei GLISENTI. Il Della Corte ne dà due stemmi completamente diversi (se non, in uno dei  due, per un richiamo ad un guerriero che comunque è diverso dal “nostro”).  Tale famiglia, sempre secondo il Della Corte, tra l’altro, ebbe case in Vestone, Lavenone, Storo, Salò, Brescia e Venezia. Non cita Barghe,  che il Piovanelli vuole come frazione di Vestone, ma questo non è assolutamente vero: A quanto mi risulta Barghe semmai è stata frazione di Sabbio Chiese tra gli anni venti e cinquanta del  ‘900, ma prima e dopo fu Comune  a sé stante. Ad ogni buon conto, in attesa di chiarimenti, tra i tanti Glisenti ricordiamo un Antonio, medico nel ‘500 dei Conti di Lodrone, e quel Fabio che nel ‘600 fondò i conventi di Vestone. G. Battista nel 1796-97 fu tra i capi dei valsabbini, che si schierarono per San Marco.




4) Troncato centrato, semipartito; nel primo d’argento ad un destrocherio di carnagione, vestito di (rosso?/oro?) e impugnante una spada d’argento, posta in palo (banda?) e accostata da due gigli di rosso (oro?); nel secondo d’oro e nel terzo di nero.
Il Piovanelli attribuisce l’arma ai Guerra e parla di un tripartito di rosso alla piramide d’argento sormontata da un destrocherio impugnante una spada. Non accenna ai gigli, e inoltre a me sfugge cosa voglia dire “tripartito di rosso”, senza contare che io non colgo la piramide d’argento . Di questo “cognome” il Della Corte riporta due stemmi: il primo è relativo al ramo inurbato, discendente dalla Valsabbia ma risultante nel “Catalogo delle Famiglie del  Conseglio  della Città Illustrissima di Brescia secondo la sua riforma dell’anno 1692” (di rosso  al destrocherio di carnagione, impugnante una daga posta in palo, d’argento, guarnita d’oro e accompagnato in punta da un monte all’italiana di tre pezzi d’argento. Il secondo è riferito proprio ai Guerra di Vobarno, Teglie e Barghe: di rosso al destrocherio vestito di verde ed impugnante una daga (pugnale?), accompagnato in punta da una piramide d’argento.
Tuttavia (e chiedo qui ancor più lumi di quanti non ne abbia chiesti in precedenza) se interpreto correttamente la scritta sull’affresco, mi pare che chi “hoc opus f.f.i.” sia stato un “perrus (petrus?) guris (?)”.  Se mi (ci) venisse confermato che questo stemma sia di un Guerra, si potrebbe azzardare che tra i vari rami ci fosse una sorta di brisura (cioè di “spezzatura”, cioè ancora di “modifica”) dell’arma, mutando l’elemento posto in punta, da monte all’italiana a piramide e a secondo e terzo elemento di un troncato semipartito? Io ritengo piuttosto si possa trattare di errata interpretazione dello stesso elemento (propendo per il monte!) nel passaggio da una zona all’altra o tutte le volte che lo stemma veniva riportato su stemmari vari. Ovviamente, chi sia a conoscenza di altri esemplari potrà essere più preciso in merito e sanare questi dubbi. Se confermata l’attribuzione ai Guerra, l’affresco è contemporaneo all’epoca in cui, secondo il Della Corte, tale famiglia diede i natali a generazioni di “potenti e bellicosi signorotti, tra cui un certo Carlo, ucciso per vendetta dal popolo”.
e
  Rimane qui da far notare come nello stemma a sinistra dell’affresco (gli “scudi” sono posti sopra le colonne ai lati del medesimo) il destrocherio divenga sinistrocherio, per ragioni di simmetria.

  


nb: in tutto il discorso ho "finto" di non vedere le iniziali...visto come è andata con i "Piccioni non Piccioni" di Villanuova...

18 commenti:

  1. Caro Fabio,l'iscrizione sotto l'affresco mariano contiene indicazioni che possono essere utili??

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    1. Ciao carissima, nella descrizione 4 accenno alla scritta (epoca e committente). Dài un'occhiata e vedi se sei d'accordo o trovi qualcos'altro ;)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. scusate, per la svista.
    Io leggo qualcosa del tipo :"Hoc opus F.F. I. perrus et (oppure: +) iuris Dic V Aprius". Non riesco a capire se la frase continua o no.

    Il Cappelli (http://www.hist.msu.ru/Departments/Medieval/Cappelli/) non mi è d'aiuto con queste abbreviazioni.

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  4. Forse "HOC:OPUS:F:F:I.PETRUS:D(e):GURIS:DIE:V:APRILIS:MDLXXII:"?
    La data 5.4.1572 mi pare pacifica.
    Il nome del committente potrebbe essere Giovan Pietro d(e) Gu(er)ri?

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  5. Per lo stemma Guerri azzarderei un blasone più o meno così (se distinguo bene gli smalti):
    Troncato centrato: nel 1° d’argento, al destrocherio reciso di carnagione, vestito di rosso, e impugnante una spada d’argento, alta in palo ed accostata da due gigli di rosso; nel 2° partito d’oro e di nero.

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  6. Lo stemma Glisenti, purtroppo, non riesco a vederlo al livello di dettaglio che vorrei, e quindi il blasone risultante sarà fin troppo pieno di parentesi dubitative (a parte quelle obbligate dalla carenza di colori):

    Di (...), al guerriero stante in maestà, armato di tutto punto, il braccio destro alzato ed impugnante uno (scettro? bastone?) in sbarra sopra la testa, la mano sinistra poggiata sul fianco sopra una spada inguainata e pendente in sbarra dietro di lui, (il tutto al naturale?) (, e sostenuto da un [?] di [...]).

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  7. Bravo, Aruspex: oggi non ci sono proprio con la testa:):)

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  8. sì la data è pacifica per questo parlavo di contemporaneità con quell'altro Guerra che ha fatto una brutta fine. Silvia....di ché ti scusi? Ringrazio Aruspex per la solita inarrivabile capacità di cui sappiamo. Chiedo però: troncato semipartito è locuzione che non si usa quindi, o se sì quando? o il "semi" è termine che si usa in..esordio di blasone (es. semitroncato partito; semipartito troncato, ecc.?) grazie!

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    1. Sì, la locuzione si usa.
      E si usano anche i vari "semi-".
      Ma in questo caso, dove il 1° ha figure e colori, mentre il 2° e il 3° sono di colore pieno, si fa prima a blasonare questi ultimi come un "partito".
      ;-)

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  9. visto che si vogliono i Glisenti (se lo stemma è confermato) forti nella produzione e commercio del ferro...se il cavaliere fosse sostenuto da un'incudine e l'attrezzo fosse legato alla lavorazione di quel minerale...si avrebbe più che altro un testimonial + campionario di prodotti, che un cavaliere+ armi! :) :) :)

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  10. Devo fare una precisazione doverosa, per quanto riguarda questi stemmi e molti altri persenti nel libro di Piovanelli li ho segnalati io all'editore (alcuni dei disegni sono miei, tra parentesi) raccomandandogli di contattarmi prima di un'eventuale pubblicazione, per vedere sia la blasonatura che l'attribuzione,cosa che purtroppo non è avvenuta.

    Per quanto riguarda il primo penso sia una variante diminuita ( senza i buoi) dell'arma dei Turrini di Teglie-

    Il secondo è dei segala.

    Il terzo ritengo sia dei Glisenti, in effetti l'armato davvero poggiare su un'incudine.

    Il quarto dovrebbe essere dei Guerra,o io l'ho blasonato: troncato semipartito: nel primo d’argento, al destrocherio in carnagione, manicato di rosso e tenente una daga al naturale; nel secondo partito d’argento e d’azzurro.

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  11. A quindi era azzurro... io l'ho scambiato per nero o verde. Comunque a parte il primo (Turrini) l'attribuzione è quindi corretta. Mi spiace per la vicenda "Piovanelli", non credo sia molto piacevole quando accadono queste cose. Grazie!

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  12. ah.. a proposito. Il Della Corte per i Turrini pone dei cervi affrontati sosttenenti con le zampe anteriori una torre. E' ulteriore versione o è da ascriversi come errore, quello di usare i cervi? grazie!

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  13. A quindi era azzurro... io l'ho scambiato per nero o verde. Comunque a parte il primo (Turrini) l'attribuzione è quindi corretta. Mi spiace per la vicenda "Piovanelli", non credo sia molto piacevole quando accadono queste cose. Grazie!

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  14. Per quanto riguarda il della Corte, per lo stemmario valsabbino si era appoggiato a Ugo Vaglia, durante le mie ricerche ho appurato che era un'araldista approssimativo.
    Quindi consiglio di di tenere in maggiore considerazione quelli trovati in sito e quelli dello stemmario (per quanto riguarda la nostra valle) come aiuto per l'identificazione.
    Per quanto riguarda lo stemma Turrini scarterei i cervi, e terrei come corretti i tori (anche se normalmente quando sono arrestati sono buoi); lo stemma pubblicato sul Piovanelli è di un mio amico e è sicuramente autentico.
    Per i Guerra ritengo sia il colore azzurro, per la probabile ossidazione del colore, e anche per la scarsa persenza del nero come smalto in Valsabbia.
    Se noti lo stemma descritto dal della Corte è quello di Barghe (la descrizione è inequivocabile) e come vedi è diversissimo.
    Purtroppo per la vicendo "Piovanelli" (tra l'altro il signor Piovanelli credo fosse all'oscuro di tutto), c'è poco da fare, personalmente avevo dato all'editore un'errata corrige di 12 pagine, che però non ha voluto includere.
    Personalmente stò cercando di lavorare con serità e accuratezza per non perdere di credibilità, qualità essenziale per un'araldista.

    Enrico

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  15. Serietà? ah beh... chi ti conosce anche da poco come me, sulla tua penso che non abbia nulla da poter opporre; al contrario di ciò che si potrebbe fare con qualcun altro in zona o quasi e qui mi fermo. E comunque è la qualità che cerco di prediligere anche io nel mio piccolo (anzi piccolissimo). Perciò riporto le varie cose che ho appreso "conto terzi" senza attribuzioni certe in quanto non posso permettermi di farlo, non ne ho la conoscenza. Da questo punto di vista il blog mi sta dando molto, in quanto a contatto con araldisti competenti come voi posso togliere qualche punto di domanda dai miei appunti :) E di questo vi ringrazierò sempre.

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  16. Grazie a te, caro Fabio, per aver creato questo spazio d'incontro, e per il modo in cui lo curi.

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