domenica 29 settembre 2013

PREGIUDIZI E CONFUSIONE: COSA SIGNIFICA QUESTO STEMMA?
 PARTE 2 LE IMPRESE.
(SEGUE DA PARTE 1)
"Ciò va ascritto alle continue sovrastrutture astruse che illustri araldisti andavano architettando, rendendo così la scienza in questione da lineare e comprensibile, a sapere per iniziati. E’ in questo fattore che possiamo forse rilevare il più forte segnale di chiusura e di trasformazione elitaria. A ciò si aggiunga un altro elemento strisciante che presto avrebbe soppiantato una corretta “esegesi” della realtà degli stemmi: l’interpretazione allegorica. Di questa, sede naturale sono le ”imprese”, che, facendo parlare il Crollalanza , risultano essere «figure o frasi, spesso le une e le altre congiunte, esprimenti in una maniera allegorica e breve qualche pensiero o qualche sentenza» . Quelle composte da figure (“corpo”) e parole (“anima”) sono le imprese “propriamente dette”, in gran voga ai tempi del Cardinal Mazzarino e apprese in Italia dai francesi alla calata di Carlo VIII . Famosissime e numerosissime sono ad esempio quelle dei Gonzaga . Insomma le imprese erano figure accompagnate da motti abbastanza criptici in cui l’interpretazione allegorica di quanto si vedeva e leggeva era d’obbligo affinché esse venissero comprese e compiutamente decifrate. Spesso inoltre il loro significato non era accessibile a chi non fosse a conoscenza di fatti o aneddoti ben precisi . L’uso invalso di tale modello di comunicazione forse segnala già di per sé un certo sentimento di “insoddisfazione” verso lo stemma di famiglia, che iniziava ad essere percepito come inadeguato ad incanalare tutto quanto il suo titolare voleva “trasferire” e “pubblicare” di sé? E’ plausibile pensarlo. L’arme familiare, che subiva sì modifiche ma di natura giuridica (a causa di matrimoni, concessioni, alleanze…) , ma che non era mai stato inteso come veicolo allusivo di idee e sentimenti privati, nascosti, poteva essere affiancato da un’”impresa” che invece era del tutto personale, libera e piena zeppa di significati reconditi. Basta però quest’ultima considerazione per far comprendere come lo stemma fosse percepito in maniera diversa da essa. Poco a poco però, le categorizzazioni allegoriche riservate all’impresa passarono ad influenzare la sfera, del tutto difforme come si è visto, della materia araldica. Sia in ambito “popolare”, al solo livello di percezione, sia tra la più ristretta cerchia degli araldisti, a livello specialistico, è sorta una fioritura di interpretazioni allegoriche legate agli elementi araldici (figure, pezze , smalti) che riempivano lo scudo, nonché alle loro relazioni. Ecco che allora una certa combinazione di colori voleva significare una certa virtù, una figura messa in una cert’altra posizione, avrebbe rappresentato un sentimento e così via.
Tutto ciò sembra acqua passata da secoli sotto i ponti. E invece è materia più viva che mai". ®

Da "Signa" (Fabio Bianchetti. Diritti riservati. Vietata la riproduzione)

6 commenti:

  1. ...ma cosa ci dici di questo tuo libro "Signa"??
    Il sottotitolo mi pare molto, molto promettente:):)

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  2. ...e il contenuto mantiene ognuna di tali promesse, cara Silvia...
    ;-)))

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  3. troppo buono caro amico. Silvia... sono solo divagazioni sul sentimento araldico che tuttora veleggia nei cuori di tutti :) anche se detto così sembra un libro di poesie, ma quello è un altro :D :D :D Ho cercato di rimanere sui binari della mia poca scienza per fare un po' di considerazioni su tale sentimento al giorno d'oggi. Dove si nasconde, dove rischia, dove può trovare punti di forza. Il tutto con una grande premessa: "SECONDO ME!" :)

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  4. Ho avuto il piacere di leggerlo. Che dire: complimenti a Fabio per l'ottimo scritto

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